Bottura sul podio dei 50Best, prima di lui solo i fratelli Roca e Redzepi

Massimo Bottura (finalmente) sul podio dei 50Best, la classifica dei cinquanta migliori ristoranti del mondo che, seppur criticata da chi sottolinea la mancanza di criteri oggettivi e indiscutibili (ma quale guida li ha?) nella scelta dei più bravi, é ormai riconosciuta a livello internazionale. E comincia a muovere i fatturati dei ristoranti, come solo la Michelin, da decenni, sa fare.

Bene dunque per lo chef modenese, che stasera a Londra nella presentazione della classifica varata dal magazine Restaurant e sponsorizzata da San Pellegrino ha visto riconosciuta la sua straordinaria creatività rispettosa della tradizione. Il nostro cuoco più intellettuale e internazionale. Sale di due posti rispetto allo scorso anno e agguanta i terzo, subito dietro al campione nordico René Redzepi che perde lo scettro a favore dei tre fratelli Roca, catalani di Girona, ai vertici della cucina mondiale da anni. La lobby spagnola, sempre potente, quest’anno ottiene il primato. Più che meritato, bisogna riconoscere. El Celler de Can Roca è garanzia di emozione per il palato e, dopo due anni sul secondo gradino del podio, ha scambiato il suo posto con il danese Noma, vincitore negli ultimi tre anni. I tre fratelli, emozionantissimi, hanno faticato a guadagnare il palco frenati dagli abbracci di amici e colleghi genuinamente soddisfatti della scelta. Il ristorante dei fratelli Roca si è guadagnato fama mondiale grazie all’osmosi perfetta di cucina catalana e tecniche all’avanguardia. Joan è alla guida della cucina, Jordi è il mastro pasticciere, mentre Josep è sommelier e direttore di sala.

Il danese Redzepi scende al secondo posto e non sapremo mai se qualche effetto ha avuto la spiacevole vicenda in cui é incorso qualche mese fa, quando più di sessanta clienti sono rimasti intossicati dopo aver gustato i piatti del Noma, cui chiunque riconosce estremo rigore e incorruttibile adesione al territorio. Uno sfortunato incidente di percorso.

Per trovare il secondo nome italiano bisogna scendere al 27mo posto, dove é assestato Massimiliano Alajmo con Le Calandre, salito di cinque posizioni. Poi il ritorno di Davide Scabin, che rientra in classifica alla 40ma posizione con il CombalZero, proprio dopo essere approdato al prime time dell’ammiraglia Rai in compagnia di Antonella Clerici. Ed é un grande piacere l’ingresso, subito nella posizione successiva, di Enrico Crippa di Piazza Duomo di Alba, che ha appena finito di festeggiare la terza stella Michelin.

Ma l’Italia ha un altro ottimo motivo per festeggiare. Un riconoscimento importante, firmato Veuve Clicquot, che premia la migliore chef del mondo, é infatti andato a Nadia Santini del Pescatore di Canneto sull’Oglio che si é meritata una lunga e sentita standing ovation. “Gli chef sono simili ai poeti, trattano emozioni” ha detto la chef, che a differenza di molti colleghi non soffre di protagonismo e ha sempre saputo condividere con la bella famiglia i successi di tutti questi lunghi anni.

Per il resto, da segnalare due ristoranti due di San Sebastian nei primi dieci (Mugaritz e Arzak), il campione brasiliano Alex Atala che con il Dom é al sesto posto, perdendone due e la superstar di casa Heston Blumenthal che agguanta il settimo posto con il suo locale più “popolare”, Dinner, e ne perde venti, precipitando al 33mo posto con il blasonato Fat Duck.

New entry catapultata al 21mo posto Attica di Melbourne che festeggia insieme al peruviano Astrid Y Gaston, salito di 21 posti e giustamente premiato come “Highest Climber”. Segno dell’attenzione crescente verso l’America Latina che sarà suggellata in settembre con la prima edizione dei 50Best sudamericani a Lima.

Il premio degli chef é andato al collega Grant Achaz di Alinea a Chicago. Lifetime achievement ad Alain Ducasse che ha inviato un video di ringraziamento in cui preferisce parlare di avvenire piuttosto che di traguardi raggiunti. Chapeau.

 

  • Fernanda |

    Grazie!

  • cecio |

    Che bello trovare la segnalazione del tuo articolo sulla mia app di informazioni!
    Un saluto
    Cecio Pirata

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