Crippa-Abramovic, la strana coppia (ma non troppo)

Qualche giorno fa, ad Alba, si è avuta l’ennesima prova di cosa possa muovere la passione, l’intelligenza, il coraggio di mettersi in gioco, un mecenatismo illuminato e una sfolgorante capacità creativa. Tutti ingredienti che si sono mescolati in una serata memorabile tra le pareti del Duomo, il ristorante che la famiglia di produttori vinicoli Ceretto (mecenati illuminati) hanno affidato alle mani sapienti di Enrico Crippa (non a caso premiato con tre stelle dalla Michelin).

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Vino e alta cucina. Il terzo elemento è l’arte. Interpretata con esuberante fisicità da Marina Abramovic. L’artista serba – come tutti sanno – ha una visione del gesto artistico molto energica e personale. Spesso l’opera d’arte è lei stessa.

E non a caso la Biennale di Venezia nel 1997 l’ha premiata con il Leone d’oro per una performance di enorme impatto che fece parecchio discutere. La denuncia delle atrocità nella guerra dell’ex-Jugoslavia passava attraverso i suoi gesti lenti: per giorni, seduta su una catasta di ossa bovine, intenta a spolparle a mani nude.

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L’altra sera era ospite dei Ceretto, al tavolo di Crippa perché la famiglia piemontese ha organizzato la presentazione di una sua opera nel coro della Chiesa di San Domenico. Si tratta della video-installazione Holding the Milk da The Kitchen, Homage to Saint Therese, un progetto artistico del 2009 costituito da nove fotoritratti e tre opere video, girati nella cucina dell’ex convento La Laboral a Gijón, un monastero certosino ormai abbandonato dove un tempo le monache accudivano bambini orfani.

Un ristretto gruppo di fortunati ha partecipato alla cena ideata da Crippa in onore dell’artista: una rilettura di alcune delle sue opere più iconiche. Il risultato è stato sorprendente. Cinque piatti straordinari che entravano nello spirito delle opere a cui erano ispirati riuscendo a coglierne il senso e nello stesso tempo a superarlo. Il più mirabile non a caso era quello collegato a Balkan Baroque (la performance premiata a Venezia): ossa di coniglio ricoperte da un manto di olive nere e caprino con un frammento di carne cruda adagiato sopra.

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La signora ha molto apprezzato. Del resto la cucina fa parte delle sue radici. Anche come luogo di incontri. “La cucina di mia nonna – ha spiegato Abramovic – è stato il fulcro del mio mondo: tutte le storie venivano raccontate in cucina, ogni consiglio sulla mia vita veniva dato in cucina, il futuro, contenuto nelle tazze di caffè nero, veniva letto e annunciato solo in cucina; quindi è stata davvero il centro del mio universo, e tutti i miei ricordi più belli nascono lì”.

Crippa non è nuovo a queste performance. Ogni anno crea una cena ispirata all’artista invitato dai Ceretto ad esporre ad Alba nelle settimane della Fiera del tartufo. L’altra sera ha promesso di elaborare in futuro un intero menù con i piatti più significativi creati nel corso di questi anni. Una “cena degli artisti” che si preannuncia indimenticabile.