Arte in cantina: Pommery osa e incanta

Si rinnova l’appuntamento con l’arte del Domaine Pommery. Oggi parte la 14ma edizione della mostra L’Esprit souterrain – a cura del gallerista e critico d’arte Hugo Vitrani.

Fino al 15 giugno 2019, venti artisti internazionali sono stati invitati a creare opere dentro le suggestive caves della Maison Pommery per “mettere in discussione la nozione di sotterraneo e attraversare le gallerie che costituiscono il labirinto dello spirito

umano”.

2018-07-03-expe%e2%95%a0u%cc%88rience_pommery_14-fred-laures-46Il Domaine, nato nel 1836, svela il suo affascinante percorso sotterraneo. Le sue cantine si snodano fino a 30 metri dal suolo tra prospettive di gallerie, alcove profonde e scure, immense buche di gesso con pareti patinate e verdastre.

Immersa nell’opacità, la mostra “The Underground Spirit” funziona come un incrocio di confini fisici e mentali: l’arte diventa tutt’uno con i luoghi dove si confronta, tra luminosità e penombra, dal monumentale al dettaglio, dallo spettacolare all’invisibile e talvolta all’inaccessibile. Per la 14ma Pommery Experience, venti artisti internazionali di diverse

generazioni e pratiche – dal video alla pittura, ai graffiti, alla musica e alla scultura – sono stati invitati a produrre opere “in situ” come risposta al luogo, per rivelarlo meglio, ingrandirlo o mimetizzarlo.

Innumerevoli le suggestioni colte dagli artisti.

2018-07-03-expe%e2%95%a0u%cc%88rience_pommery_14-fred-laures-7-1“La vanità delle vanità, tutto è vanità”, ha scritto in modo illeggibile Tania Mouraud, riprendendo la famosa battuta finale dell’Ecclesiaste. Il sotterraneo si trasforma e si fa strumento di comunicazione.

Può essere un rifugio di insolenza, come nel film d’animazione di Tala Madani che ci lancia la terra in faccia.

Dal sotterraneo emergono fragori. È violento, come l’opera di Matias Faldbakken composta da 20.000 bossoli depositati nel terreno.

Il “sotterraneo” è stupefacente, come “château plastique” pieno d’aria di Antwan Horfee, per il quale la pittura è anche un divertimento

insolente. Il sottosuolo ci mette con la faccia al muro: muri dipinti e scenari da parte di N.O.Madski con Debo Eilers e Kerstin Bratsch che miscelano psichedelico, medicina estetica e graffiti.

È elettronico, impregnato dai suoni di Detroit. La musica di Tekno ha entusiasmatole feste rave degli anni ’90, frequentate da SKKI, un pioniere dei graffiti europei che contorna lo stroboscopico scintillio delle pareti di gesso delle crayères. Il sottosuolo era Underground e ha creato la sua epoca. Il suo spirito ha animato il cinema, la musica, la pittura fin dai sulfurei anni Settanta. Keiichi Tanaami, leggendario

artista giapponese, gli rende omaggio in un film dedicato a Yoko Ono e John Lennon. Nel 21° secolo, il sottosuolo è anche digitale, si chiama Dark Net. Il virtuale è diventato reale e anima il giovane lavoro di Alix Desaubliaux e le sue epopee nei videogiochi che lei dirotta e traffica per far emergere bug che disturbano la matrice.

Insomma un progetto denso e ad alto tasso di coraggio, con la capacità di aprirsi a forme di linguaggio non scontate e spesso provocatorie. Chapeau! ai coniugi Vranken, proprietari del Domaine e a Mimma Posca che regge con abilità Pommery Italia.