Cookin’Med, il mare sostenibile di Pino Cuttaia

Guardiamo a Sud. In un momento in cui i nostri occhi sono puntati ostinatamente verso Bruxelles, fa bene volgere lo sguardo a Mezzogiorno, verso quel Mediterraneo che da secoli ci chiama. Per affinità, cultura, tradizione. 

Il mare. Che ci avvolge e sostiene. Che ci nutre, a dispetto del nostro negligente disinteresse. Un mare saccheggiato (in termini di risorse e di inquinamento) a cui dovremmo maggiore rispetto.

Mediterraneo protagonista di un nuovo progetto, potenzialmente molto coraggioso, messo in piedi con tenace ostinazione da un cuoco.

9bff1014-6742-4859-afff-2258d8e0780aDi nuovo un cuoco che pretende di salvare il mondo? dirà qualcuno. In realtà solo un uomo che sta ai fornelli ma sa guardarsi intorno.

Il progetto si chiama Cookin’ Med e il cuoco che lo ha immaginato e voluto è Pino Cuttaia, due stelle Michelin a Licata, nella Sicilia più profonda.

Già solo raggiungendo Licata si capiscono molte cose. Ore di macchina da qualsiasi angolo di Sicilia si parta. Lontana da aeroporti e autostrade. Eppure qui Cuttaia è ancorato. Nonostante le esperienze della giovinezza piemontese e le continue, sontuose proposte di migrazione professionale. La risposta è sempre no. Perché qui ci sono le radici, passato, presente e futuro. E qui c’è il suo “orto”. Che è il mare.

Di qui l’idea di fare qualcosa per questo mare, di affrancarlo dalla luttuosa iconografia migratoria. Di recuperarlo alle sue vitali funzioni, “ambasciatore di diversità, punto di raccordo tra luoghi e tradizioni diverse che affondano tutte nella stessa matrice culturale”.

Nasce così Cookin’ Med, una sorta di melting pot di mestieri e competenze: i cuochi e le ricette, gli scienziati, gli antropologi, i comunicatori. Si parte domani con un’edizione zero, o meglio una presentazione di quella che sarà, l’anno prossimo, la prima vera edizione. Con la cucina che si fa catalizzatore.

Domani e domenica si cominceranno ad illustrare programmi formativi di Summer School; un progetto sul pesce povero messo in campo con Worldrise per promuovere il consumo stagionale delle varietà mediterranee; un vero e proprio Manifesto elaborato con Friend of the Sea, associazione dedita alla conservazione e tutela dell’habitat marino, per orientare le scelte quotidiane degli addetti ai lavori (da pescatori e commercianti a trasportatori e chef). Con l’obiettivo di un approccio più sostenibile all’utilizzo delle risorse marine.

Una due giorni in cui si parlerà anche di politica ed economia dei paesi che si affacciano sul Mare Nostrum e – ovviamente – si cucinerà. Con una proposta-provocazione finale. Perché non creare un brand “Made in Med”?