Domani gli Stati Ue saranno chiamati a votare la proposta della Commissione europea di rinnovare per dieci anni la licenza del glifosato, l’erbicida sui cui si stanno scontrando multinazionali, consumatori e agricoltori bio. Il 15 dicembre scade infatti la licenza attuale. Francia, Italia e Austria hanno annunciato che voteranno no. Il sì deve ottenere una maggioranza qualificata, cioè 16 stati su 28 rappresentanti almeno il 65% della popolazione dell’Unione europea. La commissione, qualora non ci fosse una maggioranza qualificata, potrebbe rinnovare comunque l’approvazione dell’erbicida ma nel luglio scorso ha annunciato che non lo farà.
Intanto oggi il Parlamento europeo ha approvato la richiesta di divieto totale entro dicembre 2022 degli erbicidi a base di glifosato e restrizioni immediate sull’uso dell’erbicida. In sostanza si chiede che l’Unione europea dia via libera a un divieto per l’uso domestico e uno per quello agricolo non appena saranno a disposizione alternative biologiche (ad esempio i cosiddetti sistemi di difesa integrata) sufficienti per il controllo delle erbe infestanti. Il convitato di pietra è il gigante Monsanto (la multinazionale che dovrebbe fondersi con Bayer), produttrice del Roundup, di cui il glifosato è principale sostanza attiva.
In Italia – ricorda Coldiretti – è già in vigore il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie ma vige anche il divieto d’uso in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”.