Per fortuna c’è il Prosecco. Le vendite di spumanti made in Italy continuano il rally, trascinate dal successo del Prosecco, cresciuto nei primi 4 mesi dell’anno del 25%-30% in quantità e del 25% in valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo ha annunciato con comprensibile orgoglio Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini, a margine dell’assemblea dell’ente. “Ormai come quantità abbiamo battuto lo champagne” ha ricordato. Ma Zonin sa bene che non è questo il tema principale. Il fenomeno Prosecco non può rinchiudersi in una gara sui numeri con un vino con tanta più storia e peso specifico. Ciò non toglie nulla al valore e al successo dei produttori veneti (e friulani, grazie alla Doc allargata) che, si spera, continueranno ad inondare il mondo di bollicine. Non a caso Zonin ha aggiunto che è qualcosa “di cui essere davvero orgogliosi e che bisogna proteggere”.
Anche perché il resto della produzione vinicola non dà le stesse soddisfazioni. L’export è stabile, mentre i consumi interni sono fermi. “Uno stallo dovuto un pò alla crisi – ha concluso Zonin – un po’ ai consumi alimentari che cambiano ma è un fronte su cui davvero dovremmo iniziare a fare qualche cosa per rianimare la situazione”.