Non solo abbiamo il miglior chef del mondo. Abbiamo anche quello (insieme a pochi altri) più impegnato nella sostenibilità sociale. Massimo Bottura stamattina era alla Fao a presentare il progetto del RefettoRio, che replicherà a Rio de Janeiro, duramte le Olimpiadi, l’esperienza più che positiva del Refettorio Ambrosiano aperto durante Expo a Milano e tuttora attivo.
A Rio funzionerà il medesimo format, in collaborazione con David Hertz, chef e fondatore dell’organizzazione no-profit Gastromotiva. Una quarantina di grandi chef convergeranno da tutto il mondo in una favela carioca (probabilmente Lapa) e cucineranno gli scarti alimentari prodotti dai villaggi olimpici. Si stima che durante i Giochi verranno serviti ai bisognosi 19mila pasti e recuperate 12 tonnellate di cibo. Così come a Milano RefettoRio (che sarà disegnato, tra gli altri, dagli star-designer Humberto e Fernando Campana) continuerà a funzionare anche una volta concluse le Olimpiadi.
Il ministro Martina, presente alla Fao e sostenitore del progetto dall’esordio, ha auspicato altre repliche, a partire da New York. L’iniziativa è lodevole, il testimonial eccezionale – per carisma, entusiasmo, capacità di aggregare intelligenze -, e il ritorno d’immagine anche per l’Italia lusinghiero.Tanto è vero che Giovanni Malagò, presidente Coni, ha subito annunciato che Bottura sarà ambasciatore della candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024…