Archiviata la delusione per il mancato rinnovo di Massimo Bottura ai vertici dei 50Best, ecco un nuovo motivo per festeggiare. Enrico Crippa, chef tristellato del Duomo di Alba ha ottenuto il Grand Prix de l’Art de La Cuisine 2017, assegnato dall’Académie Internationale de la Gastronomie e consegnato oggi a Milano. Una conferma per un talento indiscutibile e un riconoscimento per l’uomo meno “sovraesposto” del circo mediatico che balla intorno all’alta cucina.
Brianzolo d’origine, Crippa, dopo una formativa esperienza in Giappone, ha trovato in Langa una accogliente terra adottiva e nella famiglia Ceretto un sostegno intenso e generoso. Come direbbero gli inglesi è stata una collaborazione win-win: la cucina di Enrico esaltazione perfetta per i vini dell’azienda, la fiducia e la lungimiranza dei Ceretto un jolly imprescindibile per la conquista delle tre stelle Michelin e dell’attuale riconoscimento.
La cucina di Crippa rispecchia l’uomo: lineare, precisa, sincera e pignola. Con un legame forte e mai pretestuoso con la natura, ormai leggenda l’orto biologico da cui lo chef attinge per i suoi piatti. Grande emozione, oggi, al conferimento del premio, avvenuto a casa del suo maestro (presso il Marchesino a Milano).
“Oggi è un giorno reso ancora più speciale perché ci troviamo a casa del mio unico e grande Maestro, Gualtiero Marchesi, a cui devo molto di ciò che ora so esprimere in cucina, l’amore per gli ingredienti, la capacità tecnica nel prepararli al meglio, la passione per questo lavoro ha detto Crippa -. È un viaggio nel tempo dove rivedo e ricordo i miei compagni degli inizi e dove nelle cucine del Maestro Marchesi si formavano alcuni dei cuochi più straordinari che oggi ha l’Italia e mi piace ricordarli tutti da Carlo Cracco a Davide Oldani, da Paolo Lopriore a Andrea Berton e ancora Piero Leemann, Ernst Knam, Paola Budel, Antonio Ghilardi e Stefano Gariboldi.”
Il Maestro ha di che essere orgoglioso.