Questa sera la Langa celebra uno dei suoi testimoni più autentici. Estroso, eccentrico, ruvido e solido come la sua terra, “Cesare di Albaretto” è stato un simbolo e un ambasciatore. Ha saputo raccontare queste colline nei suoi piatti. In maniera mai banale seppure diretta e comprensibile. E oggi le colline di Langa-Roero-Monferrato gli tributeranno un omaggio sincero. All’Enoteca Regionale Piemontese Cavour di Grinzane verrà presentato il libro “Cesare – Il genio della cucina di Langa” e sarà proiettato un film che ripercorre la sua storia e la sua cucina.
Perché Cesare Giaccone è stato – prima di tutto – un cuoco (il più grande che il Piemonte abbia mai avuto, secondo Cesare Pillon). Se oggi Alba ha un ristorante con tre stelle e quasi ogni collina langarola conta fornelli di alta cucina lo si deve in gran parte a questo pioniere.
Figlio dell’Alta Langa e ad essa ostinatamente fedele. Raccontato in questo libro a più voci da amici di una vita – uno per tutti Angelo Gaja – e presente in prima persona con tre brevi racconti.
Perché Cesare non è “solo” un cuoco. Ha unito la sua passione per la cucina a quella per la pittura. Entrambe vissute in modo istintivo.
Come scrive. Nico Orengo: “prima di essere un cuoco, Cesare è un pittore. Fra Renoir e Matisse rivieraschi. Ed è un pittore che prova sulla tela i colori che poi troverete nei suoi piatti. E’ come se avesse messo su una sfida con le sue due arti, per farle rivaleggiare ed affinarle. C’è sempre un attimo di imbarazzo di fronte ad un suo piatto, quello di disturbarne l’architettura, l’equilibrio, di alterarne i colori. E c’è sempre, davanti ai suoi piccoli quadri, il desiderio di staccarli dal chiodo e portarseli via”.
Per questo merita l’abbraccio corale di tutto il territorio. Le Alte Langhe gli devono tutto: e proprio con le bollicine di Alta Langa stasera si brinderà alla sua storia e al suo futuro.