“Siete pronti?” Maria Teresa, esuberante Mary Poppins cilentana, estrae dalla sporta capiente spezie, erbe, piccoli oggetti. Te li ficca in mano, a volte chiedendoti di chiudere gli occhi, per un divertente – quanto arbitrario – esame di italianità. Riconosci i profumi? Quali sensazioni emergono? Un voto, da 1 a 5, e via. Ovviamente gli ospiti stranieri ne escono divertiti e affascinati. Maria Teresa Scarpa potrebbe fare con successo l’animatrice. Invece fa il sindaco. Di Gioi, villaggio arroccato sulle pendici del Cilento. Che non a caso l’ha rivotata per un secondo mandato. Dove trova un più capace ed entusiasta testimone del territorio?
Tra questi monti lussureggianti il medico americano Ancel Keys, negli anni Cinquanta, ha scoperto i benefici della dieta mediterranea: Scarpa e molti piccoli produttori che lei insieme ad altri promuove, si impegnano con pervicacia a celebrare e diffondere i cardini di questa alimentazione sana e leggera.
Da qualche tempo hanno trovato un inaspettato “alleato” in una dimora simbolo dell’ospitalità di lusso. Il Caruso, iconico albergo della catena Belmond ha abbracciato con convinzione la filosofia della dieta mediterranea. Innanzi tutto sostenendo i produttori e creando una rete di comunicazione che fa dell’esperienza sul campo il metodo più efficace di promozione.
Molti ospiti dell’albergo scelgono, tra le varie esperienze offerte, di privilegiare una total immersion nel Cilento alla più scontata gita in barca ai Faraglioni (d’accordo spesso scelgono entrambe, ma fino a qualche tempo fa non era scontato proporre una gita al caseificio per vedere dove nascono le mozzarelle tanto apprezzate al breakfast o scoprire come le mandorle vengono avvolte negli straordinari fichi secchi di Ogliastro).
Sicuramente merito va dato all’effervescente executive chef dell’albergo, Armando Aristarco, tornato al Caruso dove aveva esordito come giovane commis dopo significative esperienze in Italia e all’estero. Oliver Glowig a Roma, il VUN di Andrea Aprea al Park Hyatt di Milano e poi cucine in Bahrain, Singapore e Dubai.
L’interesse verso la dieta mediterranea ben si sposa con la sua idea semplice e rigorosa di cucina: massimo tre/quattro ingredienti nei piatti, “per elevare la creazione, presentando la stessa materia prima cucinata in uno stile diverso e con varie consistenze”.
Il rapporto con i produttori è diventato legame profondo e amicizia. “Io non uso i pomodori dell’azienda Maida, metto in pentola i pomodori di Franco. Non ordino i fichi dell’azienda Funicchito, ma scelgo i frutti di Enza e Pasquale” rimarca
Così il Caruso ha creato un vero e proprio network. Michele Ferrante, contadino-filosofo di Controne, piccolo borgo montano cilentano, è produttore di fagioli, spezie e altri legumi; Francesco Vastola a Paestum nell’azienda agricola Maida si è specializzato in sottoli, confetture, pomodori, creme, sughi e legumi; Raffaele Palladino, titolare del Piccolo Salumificio Artigianale di Gioi, lavora i suoi salumi con la sapienza dei metodi antichi, come testimonia la sua soppressata con il cuore di grasso bianco; Vincenzo Borlotti a Capaccio alleva bufale per produrre mozzarelle e formaggi stagionati mentre la moglie ha creato una linea cosmetica sempre a base di latte di bufala.
A metà settembre l’hotel celebre in tutto il mondo per la vista mozzafiato e la spettacolare piscina a sfioro ospiterà l’Agorà della Dieta Mediterranea, con cui chiuderà un percorso sviluppatosi in una serie di eventi e appuntamenti gastronomici durante i mesi estivi.
Il 15 settembre i giardini del Caruso ospiteranno il confronto su questi temi tra esponenti di campi diversi, dai media alla medicina. Una serata che culminerà – ça va sans dire – in una sconfinata tavolata, dove troveranno debita esaltazione i prodotti tanto amati dal dottor Keys.