Quanto “vale” una stella Michelin? Immensamente per l’ego dello chef, che vede riconosciute le proprie capacità, moltissimo per le casse del ristorante, con un’impennata delle prenotazioni dal momento in cui viene annunciato l’agognato macaron, ma altrettanto per il territorio che circonda il locale. Se il ristorante premiato “vale il detour” come dice da più di 120 anni la Rossa, a beneficiare dell’arrivo di nuovi ospiti sono anche alberghi, bar, negozi e in genere tutto ciò che ruota intorno all’ospitalità.
Quando Michelin decide di aprirsi a un nuovo mercato, dunque, porta con sé in dote una bella scossa alla locale economia del turismo.
Uno studio effettuato per l’Italia -Taste Tourism realizzato dall’agenzia JFC – ha rilevato che ogni ristorante con 1 stella Michelin genera benefici diretti sul territorio pari a 805 mila euro circa, che diventano 2,4 milioni se le stelle sono due, per poi esplodere a 3 stelle, con un indotto superiore a 6,5 milioni di euro. L’indotto complessivo dei ristoranti stellati italiani sfiorerebbe i 500 milioni.
Più stelle e riconoscimenti, maggiore attrattiva per il turismo internazionale. Lo sta verificando il Portogallo, che dallo scorso anno ha una guida tutta sua. Non che i ristoranti portoghesi fossero prima ignorati dalla Rossa, venivano inseriti in una sezione speciale della guida spagnola. Ma dal 2024 il paese lusitano si è definitivamente emancipato: la prima cerimonia ufficiale portoghese è avvenuta in Algarve, quest’anno invece ci si è spostati a Porto e nel Portogallo del nord.
La presentazione della guida 2025 è avvenuta qualche settimana fa nei locali di quella che un tempo era la Dogana di Porto, dove storicamente transitavano i celebri vini della regione. Le aspettative erano elevate, in molti speravano nell’assegnazione della terza stella, la prima per il Paese. Aspettative andate deluse, anche per un nuovo due stelle: ai vertici solo conferme.
I ristoranti bistellati restano otto: Alma e Belcanto a Lisbona, Antiqvvm a Porto, Casa de Chá da Boa Nova (a Leca de Palmeira, alloggiato in uno spettacolare edificio che porta la firma dell’architetto premio Pritzker Álvaro Siza Vieira), Il Gallo d’Oro a Funchal, Madeira, Ocean a Porches, The Yeatman a Vila Nova de Gaia e Vila Joya a Albufeira.
Encanto, che a Lisbona fa parte della galassia gastronomica di José Avillez, ha ottenuto la stella verde.
E sono otto i ristoranti che quest’anno hanno agguantato la prima stella, portando a 38 le tavole portoghesi con un macaron. Una vera ovazione ha accompagnato verso il palco Marlene Vieira, chef patron del ristorante omonimo (Marlene) nella capitale. Una cuoca molto amata da colleghi e critici che ora condivide con il marito (anche lui titolare di una stella) la “benedizione” della Rossa. L’altra cuoca premiata, Rita Magro, condivide la stella con il mentore Vítor Matos al Blind di Porto.
Matos vero pigliatutto: ha due stelle ad Antiqvvm e ha ottenuto una stella nel suo altro ristorante Oculto, a Vila do Conde, dove l’executive è Hugo Rocha. Una specie di Bartolini in salsa lusitana: come il celebre cuoco italiano Matos sembra avere il tocco magico.
Stella quasi annunciata per Vinha di Vila Nova de Gaia, il locale “firmato” da Henrique Sá Pessoa all’interno dell’elegante Vinha Boutique Hotel sulle sponde del Douro. Le altre nuove stelle sono: il vegetariano Arkhe di João Ricardo Alves, Grenache del giovane chef francese Philippe Gelfi, Yōso, rigoroso interprete della cucina Kaiseki, tutti e tre a Lisbona, e Palatial a Barga.
Cinque i nuovi Bib Gourmand e un folto drappello (35) di nuove insegne raccomandate (in tutto ora sono 116).
Soddisfatto Gwendal Poullennec, direttore internazionale della Guida Michelin che in un saluto video da Parigi ha sottolineato la vivacità della scena culinaria portoghese: “infatti in soli 8 anni il numero di ristoranti stellati in tutto il paese è più che raddoppiato, passando da 21 locali a 46 premiati”. Così come è raddoppiato rispetto all’anno scorso – ha ricordato – il numero di nuovi ristoranti premiati con la stella.
La selezione della guida ha dimostrato di saper leggere l’interessante evoluzione della gastronomia portoghese che si evolve nel solco dell’alta cucina internazionale ma, soprattutto a Nord, riesce a salvaguardare le radici del gusto e delle tradizioni locali.