Arte, alta cucina (e grandi motori) al Four Seasons di Montréal

La McLaren gialla troneggia nell’androne di entrata. Fuori gli addetti alla sicurezza tengono a bada un folto gruppo di ragazze e ragazzi che sventolano taccuini pronti ad accogliere l’autografo dei loro beniamini. Tutto intorno la città è bardata di bandiere e striscioni a scacchi bianchi e neri. “È la Formula 1, bellezza” e Montréal se la gusta da giorni in attesa della corsa di domani.

 

Tutta la città è infervorata per l’appuntamento annuale con i motori: feste a tema, vetrine addobbate, menù speciali. Anche il Four Seasons per un attimo mette in pausa l’abituale aplomb e sale sulla giostra. All’entrata ospita il bolide McLaren, il lounge bar, famoso per l’abilità dei suoi mixologyst e la particolarità dei cocktail, accoglie una folla festosa nel party pre-corsa: addetti ai lavori, appassionati, manager dei mille business legati alla formula uno, socialites.

Aperitivi e chiacchiere prima di mettersi a tavola da Marcus, il ristorante dell’hotel conosciuto per gli spettacolari crudi di mare. Ai fornelli il talentuoso Jason Morris. Il giovane chef, che non sfigurerebbe in un servizio di moda, è di Montréal. Inizio fuori dagli schemi: per un po’ fa il pescivendolo.

Poi la scuola di cucina e subito dopo grandi esperienze. Prima a New York, con Paul Liebrandt, al tempo a caccia della terza stella Michelin al Corton. Poi la Scandinavia dove lavora al Geist per Bo Bech, che – dice – gli insegnerà “a non avere mai paura di osare”. Si appassiona alla nuova cucina nordica al Relae, dove impara la fermentazione. E ancora, da Brör, gestito dagli ex sous chef del Noma Sam Nutter e Victor Wågman, approdando infine ad Oslo, dal tristellato Maaemo. Nel 2011 Daniel Boulud lo fa tornare a Montréal per contribuire all’apertura di Maison Boulud al Ritz-Carlton. Accende un faro su di sé a Le Fantôme che apre nel giugno 2015, e ancor di più con Pastel nella città vecchia, con cui nel 2019 si guadagna il 38mo posto tra i 100 migliori ristoranti del Canada. 

La solidità di un grande marchio come Four Seasons gli dà oggi la possibilità di esprimersi senza restrizioni, offrendo agli ospiti un’esperienza di alta cucina in un’atmosfera rilassata e accogliente. I signature dish più amati dai clienti abituali di Marcus sono la sontuosa “alzata” di frutti di mare, Piccadilly, la pasta all’aragosta, Koji Portobello, fungo caramellizzato con crema al cocco, il Black Cod canadese con sesamo, e il classico polpo alla piastra. Per i gourmet c’è l’opzione del menu degustazione allo chef counter, dove interagire direttamente con lo chef. 

Gli abbinamenti, spesso molto sofisticati, sono merito della sommelier Alexandra Guay che ogni settimana organizza per gli ospiti lezioni di degustazione in cui illustra di volta in volta i vini di 12 regioni in giro per il mondo.

Four Seasons Montréal si trova in una posizione ideale, tra il Mont Royal, con il grandioso belvedere sulla città, e le vie dello shopping elegante (ha anche un accesso diretto, molto utile nei freddi mesi invernali, al lussuoso grande magazzino Holt Renfrew Ogilvy). Ma anche la città vecchia si raggiunge agevolmente a piedi, così come la Piazza delle Arti, fulcro delle manifestazioni culturali estive.

L’hotel stesso si offre come spazio espositivo: nella corte interna, tra il 9° e il 18° piano, si srotola a cielo aperto Contemplation, di Pascale Girardin, una cascata di fiori bianchi e foglia d’oro, mentre all’ingresso del Marcus, sono esposte a rotazione opere di artisti locali. Nella lounge spicca il Granchio reale di Deyrolle, il leggendario negozio di tassidermia fondato nel 1831a Parigi.