È stato consulente e “strategist” per 25 campagne elettorali in cinque Paesi, compresa quella entusiasmante di Barack Obama e quella, sfortunata, di Hillary Clinton. Dopo la prima vittoria di Trump si è ritirato e ha voltato completamente pagina. Oggi Gonçalo Castel-Branco, 44 anni, nato e cresciuto a Lisbona, è l’artefice del maggior evento gastronomico legato al fuoco e alla brace. Chefs on fire, giunto alla settima edizione nell’affascinante Cascais. “Ma se contiamo anche i pop-up – specifica – arriviamo almeno a 25 manifestazioni, tra cui Madrid e le Maldive.
A Castel-Branco va dato sicuramente il merito di aver anticipato un trend che oggi segna tutta la gastronomia mondiale: il fuoco. Una riscoperta che galvanizza i cuochi e concede nuovi percorsi di creatività.
“Ma ciò che ci distingue – afferma – è che nei nostri eventi non finisce sul fuoco vivo o sulle braci solo la carne, qui si cucinano anche molte verdure e persino i dolci”.
Il risultato è una grande festa gioiosa dove si mangia, si beve, ci si rilassa sui divani sparsi qua e là, si ascolta buona musica, si balla. Tutto sembra molto naturale anche se dietro c’è un’organizzazione ferrea.
Il team di Castel-Branco pensa a tutto, dalla mise en place alla predisposizione di griglie forni e spiedi, tutti i cuochi partecipanti ricevono un compenso e ottengono gratuitamente le materie prime di cui fanno richiesta. Un unicum in manifestazioni di questo genere.
L’ultimo Chefs on fire è andato in scena in settembre a Cascais in una nuova sede, il maestoso Parque Marechal Carmona con la partecipazione di 38 cuochi. Imperdibile Guram Baghdoshvili, chef star georgiano patron del ristorante Karater a Lisbona, che ha proposto storione alla griglia con narsharab, una salsa tradizionale azera a base di melograno. Il giapponese trapiantato in Portogallo Kosuke Saito ha invece presentato un toast di brioche con tartare di tonno affumicato e salsa di miso bianco.
Oltre alle preparazioni di fine dining (tra cui lo chef arrivato dal Giappone, Tetsu Yoshida, titolare di Origin a Osaka), una serie di “bites” golosissimi. Burger al tartufo, gyutan katsusando, chicken wings, tacos al pastor, accanto a ostriche affumicate o cannoli di merluzzo.
Mentre otto camion si apprestavano a trasportare tutti gli arredi alla prossima tappa (Madrid, il 4 ottobre al Real Jardín Botánico Alfonso XIII) Castel-Branco ha spiegato come è nata l’idea di Chefs on fire. “Sono stato sempre affascinato dal fuoco, come elemento visuale, è vivo, è come una danza. Ha anche un interesse antropologico perché è il modo in cui abbiamo iniziato a cucinare. Per i cuochi è una sfida, ognuno lo tratta secondo le proprie inclinazioni o tradizioni, che sia l’asado sudamericano, la griglia statunitense o il fuoco vivo, come qui”.