Si aprono le danze con un Bloody Mary di benvenuto servito al carrello (molto chic) nelle sue versioni Classica, Signature con zenzero, sedano e cetriolo o Analcolica. Poi ci si tuffa sulla grande tavola del buffet. Una panoplia di sfogliati salati e dolci, salumi, formaggi, insalate di cereali e verdure, frutta secca, torte e crostate, centrifughe espresse e spremute. Una giostra di golosità che strizza l’occhio a indici glicemici e colesterolo. Cosa importa, oggi è la festa del palato, tutto è permesso.
Si fa presto a dire brunch. Molti lo propongono, per le indolenti domeniche cittadine. Ma il brunch del 10_11 al Portrait di Milano corre un altro campionato, come del resto già facevano i suoi sontuosi breakfast. Una cerimonia laica con decine e decine di adepti nella capitale del mordi e fuggi. Qui si resta però. Ci si rilassa e tra una chiacchiera e un calice di bollicine si ritrova il piacere della convivialità più morbida.
Il brunch del Portrait – avviato a metà settembre e già divenuto a quanto sembra un must cittadino – propone anche due piatti caldi a scelta, in cui, ovvio, sono protagoniste le uova. Che siano Royale, Benedict o con avocado, accompagnate da croissant salati, o in versione Uovo Italiano, su base di pomodoro e gratinate al formaggio. Il twist meneghino arriva con l’Uovo Milanese, servito con spinacino fresco, spuma al taleggio e salsa allo zafferano.
La selezione “grandi classici” prevede club sandwich, pollo alla griglia e lobster roll, pancakes, French toast e crêpes dolci.
Interludi a sorpresa del team di sala, che serve al carrello assaggi di salmone marinato affettato al momento o, quando intuiscono la dirittura d’arrivo, una golosa fetta di cheesecake.