Adesso è arrivato anche il via libera di Bruxelles (seppure condizionato): il matrimonio tra Bayer e Monsanto s’ha da fare. Nasce così il colosso mondiale della farmaceutica e dell’agricoltura biotech. Alla commissaria europea Margrethe Vestager basta sapere che non sarà un monopolio perché l’azienda tedesca ha ceduto a una società concorrente – la Basf, guarda caso tedesca – tutta la parte che riguarda le linee di ricerca per gli erbicidi non selettivi e le sue attività sui semi. In sostanza si danno a Basf gli strumenti per realizzare erbicidi in grado di contrastare sul mercato il discusso RoundUp della Monsanto (che ora diventa anche di Bayer), il pesticida a base di glifosato che tanto ha fatto discutere e che comunque la Ue ha ritenuto ancora idoneo a stare sul mercato europeo per i prossimi cinque anni.
La fusione sarà effettiva solo quando si verificherà che il passaggio delle attività alla Basf consente una reale concorrenza. Totalmente in secondo piano tutta la discussione sui semi Ogm, sul fatto che si crea in pratica un monopolio mondiale della loro produzione, indipendentemente da cosa si pensi sugli eventuali danni alla salute da essi potenzialmente provocati.
Le nozze tra i due colossi valgono 66 miliardi: il via libera è stato dato da 30 autorità nazionali europee. “Grazie alla fusione con Monsanto aiuteremo gli agricoltori di tutto il mondo a creare cibo più nutriente in modo sostenibile con beneficio per i consumatori e per l’ambiente” ha dichiarato il numero uno di Bayer. Di opposto parere, evidentemente, chi si è finora battuto per evitare la fusione. «La fusione Bayer-Monsanto, ultima di una serie di mega-acquisizioni nel settore agrochimico, chiama in causa il confronto sugli organismi geneticamente modificati nonché la questione glifosato, rispetto alla quale tutto si è fatto tranne che chiarezza. Anche a causa dello strapotere di Monsanto sulla ricerca scientifica» ha commentato Slow Food che, insieme ad altre associazioni, ha inviato una lettera alla commissaria europea alla Concorrenza. Oltre a consegnare più di un quarto del mercato mondiale di sementi e pesticidi nelle mani di un’unica multinazionale, la fusione Bayer-Monsanto – si sottolinea nella lettera – pone interrogativi preoccupanti sulla quantità di dati relativi agli agricoltori di tutto il mondo che il neonato colosso si troverà a maneggiare.