Proprio mentre Renzo Cotarella, ad Antinori, osserva che spesso una bottiglia di acqua minerale costa più di una di vino («Nei giorni scorsi all’aeroporto di Fiumicino volevo al bar una bottiglia di acqua minerale, mi hanno chiesto 3,7 euro. E al mio stupore il barista ha replicato: “può anche prendere quella da mezzo litro, costa 2,5 euro”. Dal canto mio ho pensato che in entrambi i casi eravamo, per dell’acqua minerale, ben al di sopra di quanto viene pagato il vino che spesso, nei mercati all’ingrosso, non arriva a un euro al litro») sui social infuria la polemica per l’Evian “firmata” Chiara Ferragni che viene venduta a 8 euro.
Un’operazione di marketing dell’azienda francese che fa capo a Lvmh, non nuova a limited edition di forte presa mediatica. L’edizione firmata da Jean Paul Gaultier andava addirittura in vendita a 14 euro.
L’acqua con il logo Ferragni – un occhio stilizzato – è già andata esaurita e si trova solo su siti specializzati in acque di lusso come la Voss o la Hildon.
Non riesco a scandalizzarmi per la “Ferragneide”, mi sembra una normale operazione tra marketing e pubblicità. Ma mi chiedo, cosa accadrebbe se al posto dell’acqua ci fosse vino? Ci scandalizzeremmo di più o di meno?