Si chiama Myfoody. È una app anti-spreco che in sei mesi ha “salvato” più di 250mila prodotti in scadenza. L’utilizzo è semplice: la app permette agli utenti di conoscere i prodotti in scadenza, scontati fino al 50%, nei supermercati. Sempre tramite l’app, gli utenti che lo desiderano possono attivare le notifiche e ricevere informazioni sulle offerte disponibili nei propri negozi preferiti. L’obiettivo è di coinvolgere entro l’anno prossimo 1000 punti vendita.
Un’iniziativa utile e giustamente Myfoody è stata premiata da Federdistribuzione come “miglior soluzione in Italia per la GDO per contrastare il problema degli sprechi alimentari”.
Myfoody ad oggi conta oltre 50.000 utenti attivi e 40.000 follower sui canali social. L’azienda sta continuando ad attivare nuove collaborazioni con le principali insegne del territorio, tra cui Coop e Lidl Italia, e vanta ad oggi circa cento punti vendita partner dislocati nelle zone di Milano e provincia, Roma e provincia, Torino e provincia, Bologna, Parma, Alessandria, Saronno, Pavia, Lodi, Viterbo e provincia, Frosinone, Latina e Terni. Inoltre nell’app è stata introdotta la nuova sezione “Impara” con consigli utili per l’autoproduzione e l’eco-cosmesi, ricette anti-spreco realizzate con le parti di scarto di frutta e verdura e indicazioni per uno stile di vita sostenibile.
Meno condivisibile, a mio parere, il nuovo progetto Meet My Brand nato “con l’obiettivo di raccontare alla propria community l’impegno che distingue i brand del territorio nazionale sul tema sostenibilità e responsabilità sociale”. Giusto sostenere anche le grandi aziende che si impegnano sui valori legati alla sostenibilità attraverso il rispetto dell’ambiente, l’uso di energie rinnovabili, l’impegno sociale e la trasparenza del percorso di filiera, ma qui il crinale verso la pubblicità mi sembra troppo sottile…