Non è la prima cantina ad avvicinarsi al mondo dell’arte, ma si può dire che la strada fosse in qualche modo segnata, visto il territorio e l’atmosfera che respirano le sue viti. L’Etna è già di per sè pieno spirito artistico, potenza arcaica e densa di significati. L’iniziativa della Cantina Cottanera, che domani inaugura una mostra in collaborazione con la Galleria Gilda Lavia, è dunque pienamente comprensibile. “Cottanera Visioni – spiega Mariangela Cambria, titolare con la famiglia dell’azienda vinicola sull’Etna – è una nuova stagione artistica che offriamo al luogo che ci ospita, per restituire parte del valore che rappresenta per la nostra famiglia. Ed è anche un modo per raccontare, con un nuovo linguaggio, il forte legame con la terra di vulcano che ci offre vini tanto unici e vari”. Questa è la prima tappa di un progetto artistico destinato a proseguire: si avvia con Liberty Flowers, mostra personale dell’artista Gabriella Ciancimino.
A partire dal 30 maggio e fino al 29 agosto, gli spazi della Cantina, situata alle pendici del vulcano, accoglieranno i lavori dell’artista – saldamente radicata nel presente (“credo fortemente nel ruolo dell’arte come catalizzatore di cambiamento sociale”) – in un percorso tra cui spicca il progetto Radio Fonte Centrale_Stazione Etna realizzato ad hoc per Cottanera.
Dopo una visita alla tenuta Cottanera e un tuffo nelle splendide campagne ai piedi dell’Etna in cui si trova immersa – racconta Ciancimino nel catalogo della mostra – l’elemento che ha più attratto la mia attenzione è stato un manufatto in pietra lavica al centro di uno dei vigneti. Si tratta di un pietraio di forma piramidale, creato dai contadini locali accatastando le pietre durante il disassamento del terreno. Questa struttura ed altre simili sparse lungo le pendici dell’Etna, hanno suscitato la curiosità di studiosi–tra cui egittologi–tanto da essere soprannominate “le piramidi dell’Etna.” Alcune piramidi sono di base rettangolare, quadrata, conica ed a gradoni, costruite con la tecnica della posa della pietra a secco. Una volta sfatata però l’ipotesi che l’Etna fosse la nuova Valle dei Re, lo studio sui pietrai è stato accantonato. Ho deciso di dedicare il mio progetto Radio Fonte Centrale_Stazione Etna a queste strutture veri e propri monumenti al lavoro dei contadini di ieri e di oggi. In queste strutture leggo un ritorno alla lavorazione della terra, intesa come possibile risposta al momento storico contemporaneo e risultato di una maggiore consapevolezza relativa al proprio ruolo personale nei meccanismi sociali ed economici globali. Ciò avviene attraverso la rivalutazione degli aspetti microcosmici rispetto a quelli macrocosmici, attraverso il recupero di colture antiche, nel rispetto del clima e del territorio”.