Con oltre duecento produttori e uno spazio espositivo di oltre mille metri quadri il vino italiano e' il protagonista dell'Hong Kong International Wine and Spirit Fair, la principale fiera del vino asiatica che si e'aperta questa mattina nell'ex citta' stato. Una presenza che segna la nuova partnership tra il potente organo di promozione locale, l'Hong Kong Trade Development Center, e Vinitaly che ha organizzato la copiosa presenza italiana. La piu' importante trasferta estera mai realizzata, anche in termini di investimento nel padiglione che ospita una decina di chef per proporre degustazioni e wine and food pairing.
Hong Kong e' ormai considerato l'hub asiatico per le importazioni di vino. Nel 2008 ha abolito completamente i dazi sull'import e continua a stringere accordi con le autorita' cinesi per rendere piu' fluidi i passaggi nelle dogane della terraferma. Qui operano oltre 300 importatori e le maggiori case d'asta specializzate. L'anno scorso l'import di vino e' cresciuto del 73% a 895 milioni di dollari e nei primi nove mesi del 2011 si e' gia' arrivati a 940 milioni. Purtroppo l'Italia beneficia ancora troppo poco di questo trend. Ha una quota di mercato troppo esile, un 2%, comparata alla Francia che fa la parte del leone con piu' di un terzo delle intere importazioni.
Se saranno confermate le previsioni che danno le vendite di vino in Asia ad almeno 1,5 miliardi di dollari entro il 2017, con la Cina come mercato predominante, ci si rende conto di quanto sia vitale una presenza piu' radicata e compatta dei produttori italiani. Hong Kong ha il consumo pro-capite piu' alto in Asia (4,3 litri, contro lo 0,5 della Cina), dal 2005 al 2009 ha importato 2,9 milioni di casse di vino e nel 2013 saranno quasi cinque milioni, 58 milioni di bottiglie.
Qui ci sono i migliori ristoranti italiani dell'area. Ma anche nelle loro liste dei vini a farla da padrone sono le etichette francesi. Perche'?