Si chiama Opera Wine e nasce dalla collaborazione tra Vinitaly, l'imprescindibile appuntamento annuale del vino in Italia, e Wine Spectator, Bibbia dell'enologia mondiale, la rivista che con i suoi punteggi detta fortune (e sfortune) delle case vinicole in giro per il mondo. Lo fa dal 1976 e il suo peso tra buyer e appassionati non è mai venuto meno.
Ora, grazie all'iniziativa congiunta con Vinitaly nasce Opera Wine, una selezione delle cento grandi bottiglie italiane che verranno presentate a Verona sabato 24 marzo, il giorno che precede l'apertura della fiera del vino. Ogni produttore prescelto porterà, appunto, un solo vino: quello scelto a giudizio insindacabile da Wine Spectator. Durante la giornata sono previsti due grand tasting a Palazzo della Ragione cui parteciperanno in tutto 500 persone. Le degustazioni saranno guidate da tre celebrità del mondo internazionale del vino: il sommelier Charlie Arturaola, poliglotta e carismatico; la regina dell'enologia asiatica Debra Meiburg e Dwight Casimere, il più celebre wine blogger. Il ticket d'ingresso è di 150 euro. Alcuni biglietti sono ancora disponibili sul sito (www.operawine.it). Ed è stato lanciato un contest tra gli appassionati di vino (presumibilmente rivolto agli stranieri) che invieranno al sito un video in cui rispondono alla domanda "Cosa vi ha fatto innamorare del vino italiano?": in palio due ingressi al grand tasting.
La regione più rappresentata? La Toscana, con più di trenta produttori. Del resto non è stato Wine Spectator a contribuire al successo mondiale dei supertuscan?