Sta rischiando di diventare una moda. Il vino biologico conosce una stagione di grande interesse, e non solo da parte dei salutisti verdi. C'è sempre più gente che in enoteca cerca etichette bio e un vino italiano, il Franciacorta Rosè Docg 2008 della cantina Barone Pizzini, si è aggiugicato pochi giorni fa l'Iwc Organic Trophy, riservato al miglior biologico al mondo.
Non tutti apprezzano i gusti poco ruffiani (a volte addirittura ruvidi) di questi vini ma certo nessuno lamenta l'assenza di equilibrismi e giochi di prestigio in cantina. Anche se un buon vino onesto ha già di per sè le caratteristiche migliori dei biologici, come dimostrano i grandi francesi.
Proprio su questo il patron di Eataly ha deciso di fare la sua prossima crociata, mettendo in campo le etichette delle sue cantine (quelle gestite direttamente come Fontanafredda e altre in cui possiede una quota). Oggi a Roma nell'enorme emporio Eataly dell'Ostiense Oscar Farinetti ha presentato il progetto Vino Libero. Libero da che? "Libero da un uso esasperato e sbagliato della chimica, dai concimi chimici, dai diserbanti, dai troppi solfiti, ma anche da packaging inquinanti, dagli eccessi della burocrazia, dalle mode effimere e inutili".
Un progetto che parte dal vigneto, con un Disciplinare di coltivazione a tutela della biodiversità dell’agroecosistema e della sostenibilità ambientale, e approda in cantina, dove verranno utilizzati meno solfiti, almeno il 40% in meno dei limiti legali. Vino Libero partirà in dodici cantine – dalla citata Fontanafredda a Monterossa, bollicine di Franciacorta, alle friulane Vigne di Zamò alla siciliana Calatrasi&Micciché – duecento ettari di vigne con una capacità di produzione di circa un milione di bottiglie. "Sarà anche un vino libero dalle campagne salutistiche e proibizionistiche che lo denigrano" tuona Farinetti, che come al solito ha programmi ambiziosi: 400 punti di vendita e almeno 600 ristoranti che avranno in lista il Vino Libero. Ovviamente porte aperte a chiunque voglia aggregarsi e sono già in corso colloqui con molti produttori.
Prezzi non politici ma equi, dai 6 ai 50 euro a bottiglia per un Barolo riserva. Come riconoscere il vino liberato? da una bandierina al collo con il logo tricolore.