Che Ferran Adrià sia un uomo speciale pochi lo dubitano. All’apice del successo ha chiuso il suo celebratissimo ristorante e si è buttato con slancio nella nuova avventura. La Fondazione El Bulli, in cui continuerà ad occuparsi di gastronomia con la stessa curiosità e la capacità di innovare a velocità tripla rispetto a colleghi ed esperti. Una fondazione che metterà a disposizione di tutti, in open source, i risultati di studi e ricerche su una sorta di Bullipedia.
L’impegno è grande e non solo in termini di fatica. Telefonica è il principale sponsor finanziario ma le risorse non sono mai abbastanza e quindi Adrià ha deciso di mettere all’asta i vini della cantina del Bulli. Si è affidato a Sotheby’s, che batterà i preziosi lotti in due sedute, il 3 aprile ad Hong Kong e il 26 aprile a New York. La casa d’aste stima un ricavo totale tra poco più di un milione a 1,6 milioni di dollari.
Tra i pezzi più ghiotti un lotto di tre bottiglie di Romanée Conti 1990, che Sotheby’s prevede di vendere tra 32.500 e 47.500 dollari. Nessuna stima invece per le bottiglie di Yquem (che portano etichette dal 1989 al 2001). A farla da padrone sono ovviamente i grandi vini francesi, anche se nella cantina del Bulli non mancavano le migliori etichette italiane.
L’intero introito delle due aste andrà a sostegno della fondazione.