Perché storicamente i francesi hanno conquistato i mercati del vino in giro per il mondo? Perché sono facili da capire. Bordeaux, Borgogna, Champagne. Comprensibile anche per chi fino al giorno prima non aveva mai tenuto un bicchiere di vino in mano. Poi arriviamo noi, con più di 520 denominazioni di origine, tra Doc, Docg e Igt, che spesso arrivano sui mercati esteri in splendida solitudine.
In questo contesto di estrema frammentazione ben venga quindi la costituzione del primo (almeno a quanto mi risulta) contratto di rete del mondo vinicolo italiano. Si chiama Net Wine Italy – logo rosso e verde in campo bianco – e al momento riunisce le cantine della associazione Ex Vinis cui si aggiungono alcune aziende di servizio. Motore dell'iniziativa Gelasio Gaetani d'Aragona. Noto ai più per un'aneddotica che non gli rende giustizia (il conte trasandato-chic è una presenza irrinunciabile sulle pagine di cronaca "social" delle riviste patinate), Gelasio è un profondo conoscitore del mondo del vino sin dai lontani anni Ottanta in cui lavorava a New York per la celebre società di import Julius Wile. Oltre ad essere uno storico produttore di Brunello.
Con la Ex Vinis ha collegato 24 cantine, dal Friuli alla Sicilia. Ora il passo successivo, la firma di un contratto di rete che associa professionalità nel packaging, nell'impiantistica, nella grafica e nell'innovazione tecnologia. In più un drappello di comunicatori. E partner tecnici per le soluzioni anticontraffazione e la logistica.
La rete d'imprese, aperta a nuove adesioni, è stata "benedetta" da Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere come uno strumento efficace per affrontare le sfide del mercato globale. Compiti a cui dovrebbe rispondere il pubblico, si dirà, ma visto come negli anni si è dipanata l'attività statale di promozione del made in Italy, meglio far da soli. Le reti d'impresa si stanno moltiplicando in diversi comparti, non si vede perché non dovrebbero funzionare nel mondo del vino. Prosit!