Produciamo meno avanzi (più consapevoli o è colpa della crisi?) – Giusto vendere prodotti scaduti?

Bizzarrie della crisi. Il calo dei consumi, paradossalmente, riesce ad avere anche qualche effetto positivo. Per esempio quello di aumentare la consapevolezza e ridurre gli sprechi. Coldiretti, a seguito di un'analisi di Waste Watcher, dopo la diffusione del rapporto Fao sugli sprechi alimentari, ha calcolato che in Italia ognuno di noi "ha buttato nel bidone della spazzatura 76 chili di prodotti alimentari durante l'anno, riducendo negli ultimi 5 anni circa il 25% degli avanzi".
Insomma, in 5 anni abbiamo ridotto di un quarto i nostri rifiuti alimentari.
Grazie a una maggiore educazione alimentare o piuttosto perché comperando di meno si butta anche meno?
Coldiretti plaude al contenimento degli sprechi, "forse l'unico aspetto positivo della crisi che ha determinato una maggiore attenzione alla spesa, ma anche alla preparazione in cucina e alla riutilizzazione degli avanzi". Esistono dati anche sull'aumento delle conserve fatte in casa. Siamo tornati a preparare passate di pomodoro, marmellate, frutta sciroppata.
In questo non vedo nulla di male. E restano comunque quasi 5 milioni le tonnellate di cibo che ogni anno vengono gettate nei bidoni della spazzatura.
Sconti

Nelle ultime settimane da più parti si è anche discusso della possibilità di "allentare" le rigide regole che impongono alla Gdo di distruggere gli alimenti ormai giunti alla data di scadenza (per la vendita). In molti casi sono alimenti che potrebbero benissimo essere consumati. In Grecia i supermercati hanno avuto il via libera alla vendita di prodotti scaduti, anche in Italia sugli scaffali dei supermercati compaiono offerte "in saldo" di prodotti vicini alla scadenza. Alcuni dubitano ma Altroconsumo avverte: usiamo il buon senso, la dicitura da consumarsi preferibilmente entro…" siognifica solo che l'alimento "entro questa data garantirà il proprio valore nutrizionale, anche in termini di gusto e aroma, una volta passata la data le caratteristiche del prodotto potrebbero venire alterate o compromesse. Questo non significa che non sia più commestibile o sicuro, semplicemente non avrà lo stesso apporto di nutrimenti dichiarato o magari ne risentirà in termini di gusto".
Una cosa che mi ha sempre colpito è il trattamento del pesce. Quello che viene scongelato la mattina per essere messo sui banconi deve essere per forza gettato la sera. Sono sicura che la Caritas lo accetterebbe volentieri. E comunque, come mi diceva una commessa, potrebbero almeno regalarlo ai dipendenti…
  • carl |

    Grossissimo problema (e pure di coscienza), anch’esso (come tanti altri, anche più seri e gravi) irrisolto e praticamente negletto.
    Se si eccettua la riduzione (apparente o reale?) degli sprechi riguardanti gli ultimi 5 anni e rilevati (ma con quanta approssimazione???) da Coldiretti.

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