Due sere fa ho fatto due scoperte. La prima è che Milano sa essere bella (e non solo dentro i portoni, come dice sempre chi vuole difendere la città dalle critiche estetiche), la seconda che Bocelli è un produttore di vini. In Toscana. Ma in America vuole esportare soprattutto Prosecco.
Andiamo con ordine. L’improvviso coup de foudre per la città in cui vivo – a mia insaputa – da più di trent’anni è avvenuto sul Naviglio. In senso letterale. Per la prima volta l’ho navigato, dall’Alzaia Grande a Cassinetta di Lugagnano. Una prospettiva insolita e suggestiva. Le vie d’acqua fanno vivere le città, le rendono misteriose e allo stesso tempo accoglienti, diventano permeabili e struggenti.
Siamo andati in barca a Cassinetta per tornare in un tempio della gastronomia milanese. L’Antica osteria del ponte, che Ezio e Renata Santin negli anni Ottanta avevano portato ai vertici dell’alta cucina. Erano un indirizzo di culto. Oggi una nuova proprietà (La collina dei ciliegi, l’azienda vinicola della famiglia Gianolli produttrice in Veneto di Amarone e non solo) e un nuovo cuoco Silvio Salmoiraghi (che mantiene anche il suo locale Acquerello a Fagnano Olona) hanno l’obiettivo di riportare il ristorante agli antichi fasti.
Quando ti trovi all’entrata, se sei abbastanza “stagionato”, vieni assalito dalla nostalgia dei vecchi tempi. Ma Salmoiraghi è bravo a non far rimpiangere la mano di Ezio, e alcuni suoi piatti – soprattutto il carpione – restano nella memoria.
Nella degustazione che accompagna il menù pensato da Salmoiraghi per la serata di Crudi e bollicine, oltre alle etichette dei padroni di casa e qualche chicca scovata dallo chef, a un certo punto compare una bottiglia di Prosecco “autografata”. Bocelli. Proprio quel Bocelli? Sì. Si scopre, grazie alle informazioni di un amabile consulente irlandese passato dalla moda al vino (disegnava modelli con Gianfranco Ferrè) che la famiglia del cantante produce vino in Toscana da generazioni. Solo da pochi anni, però, ha deciso di adottare una strategia di marketing più aggressiva.
Che c’è di meglio di una bottiglia immediatamente riconoscibile dai milioni di fan sparsi per il mondo e di un vitigno – il Prosecco – oggi superstar?
Un alto tasso di successo è facilmente prevedibile.