Alla fine Grom ha dovuto capitolare. Su pressione del Codacons che da tempo aveva sollevato la questione, ha tolto dalla sua comunicazione il termine “artigianale”. Tecnicamente infatti il gelato italiano più trendy nel mondo non si può definire tale in quanto l’azienda (che è una spa di cui possiede una quota del 5% il gruppo Illy) produce le miscele dei diversi gusti di gelato in un unico centro produttivo in provincia di Torino e una volta pastorizzate e surgelate queste vengono inviate alle gelaterie in giro per l’Italia e per il mondo (a New York Grom è famoso quasi come Eataly). Una volta giunte in gelateria vengono mantecate e poste in vendita.
Cosa è più importante? Che il gelato sia fatto a mano dal singolo artigiano (che magari usa polverine e semilavorati) o che gli ingredienti siano di qualità (nel caso di Grom anche molti prodotti Dop o di Presidi Slow Food)? Di sicuro è doveroso dare una corretta informazione ai consumatori. Purtroppo in Italia non esiste una normativa precisa sul gelato artigianale e dunque è difficile porre paletti precisi.