Il fenomeno non è certo diffuso. Ma il fatto che sia stato denunciato a gran voce anche da Carlo Petrini fa riflettere. Il patron di Slow Food ne ha parlato all’inaugurazione della nuova cantina (o meglio dell’ampliamento) della Ciau del Tornavento il locale gourmet affacciato sulle colline di Langa. “Nelle nostre vigne siamo pieni di macedoni e rumeni” ha detto Petrini, e questo non è un problema finché c’è rispetto e integrazione. Ma il rischio di qualche brutto episodio di caporalato esiste. E va stroncato senza esitazione. Auspicio subito accolto e condiviso dai produttori Angelo Gaja e Giorgio Rivetti: la Langa deve mantenere un approccio etico al mondo del vino, rispettando natura e biodiversità, con una giusta remunerazione per chi lavora in vigna.
Non sono ammesse scorciatoie di nessun genere, in un territorio che vive di immagine e qualità. Come dimostrano Maurilio Garola e Nadia Benech che hanno fatto della Ciau un indirizzo di culto per gli appassionati di cibo e di buon vino. Quasi 67mila bottiglie in cantina, alcune etichette strepitose, verticali uniche: un paese delle meraviglie per chiunque ami il vino.