Non è certo la prima volta che si paragona la creazione di una grande cuvée di champagne all’esecuzione di un straordinario pezzo musicale. Hanno in comune la capacità di dare un senso e un’identità a un insieme di voci, a volte anche molto lontane tra loro. Da un lato uve e vini di annate diverse dall’altro strumenti e melodie. Il miracolo, a un certo punto accade, e tutto improvvisamente funziona.
Merito a Krug di aver creato, nel corso di una serata speciale, il doppio incanto. Il luogo, innanzi tutto. Un’antica fonderia di bronzo dell’epoca napoleonica in un angolo della vecchia Milano. Lo champagne (il millesimato 2003, il rosé e la grande Cuvée Recreation 2003). La cucina eclettica e asciutta del bistellato Enrico Bartolini. E la musica, nell’inaspettato incontro del pianista Jacky Terrasson con l’arpista Cecilia Chailly, entrambi “ambasciatori” della maison.
Margareth Henriquez, l’effervescente ceo della casa francese, ha ricordato che Krug è la maison “più musicale dello champagne”. E non ha tutti i torti se si ricorda che per creare la Grande Cuvée, lo champagne simbolo ed espressione della maison, si utilizzano oltre 120 vini di assemblaggio di dieci annate diverse. Se non è una sinfonia questa…