Oggi il Codacons, l’associazione di tutela dei consumatori ha chiesto all’Istituto superiore della Sanità di “bloccare qualsiasi pubblicità sui mass media o campagne di informazione favorevoli all’utilizzo dell’olio di palma negli alimenti”. La diffida nasce sull’onda delle polemiche create dallo spot della Ferrero (i cui protagonisti sono dipendenti dello stabilimento di Alba – lo si evince chiaramente dall’accento) che difende l’uso dell’olio di palma nei propri prodotti. Naturalmente quello derivante da coltivazioni sostenibili, spesso certificate da Wwf o Greenpeace, che non a caso ha partecipato al convegno organizzato sul tema dalla multinazionale langarola.
Non entro nel merito della diatriba pro-contro olio di palma: rimando al pezzo che abbiamo recentemente pubblicato su Food24. E comunque mi pare non ci siano ancora dati certi sulla correlazione “assunzione olio di palma-tumore” da molti sostenuta per mettere al bando il grasso vegetale. Anche in questo caso mi verrebbe da dire follow the money, in particolare quello dei grandi produttori americani di soia e di colza…
Detto questo è indubbio – o almeno assai probabile – che assumere olio di palma in eccesso non faccia bene. E’ sempre questione di proporzioni.
Ma trovo sinceramente stucchevole questo proliferare di biscotti e merendine “palm oil free”, o meglio: non ho nulla contro questi prodotti ma mi pare fastidiosa la massiccia campagna di marketing che ha trovato nel no all’oilio di palma una nuova formidabile Usp (unique selling proposition).