Due ripartenze all’insegna del cambiamento. Alta cucina, nel cuore dei monti d’Abruzzo e sotto la luce dorata della costa Azzurra.
Qui Castel di Sangro. Il Reale di Niko Romito riapre il 2 luglio. Festeggiando 20 anni di attività con un menù degustazione inedito e irripetibile che ripercorrerà, attraverso 15 piatti iconici, il percorso creativo dello chef abruzzese. Per un mese intero, fino al 2 agosto.
“Il 2020 è un anno fuori dall’ordinario a causa della pandemia e insieme speciale perché segna i primi 20 anni di attività del Reale, che abbiamo aperto nel 2000 io e mia sorella Cristiana – dice Romito -. Questi mesi ci hanno consentito di riflettere sul nostro percorso gastronomico e imprenditoriale. Ci hanno dato il tempo tornare con la memoria alle motivazioni che hanno accesso la passione per questo lavoro. Un viaggio nel tempo pieno di idee, scelte, sperimentazioni, studio, ricerca e segnato dai volti di collaboratori, amici, fornitori e clienti. Partendo da queste riflessioni abbiamo deciso di ripartire dedicando una parentesi di tempo a chi ha amato e ama la mia cucina e a chi, penso ai tanti giovani appassionati di cibo ma non sempre nelle disponibilità economiche di avvicinarsi all’alta ristorazione, non l’ha mai provata. Desideriamo dare a tanti l’opportunità di ripercorrere insieme l’evoluzione di un pensiero creativo e gastronomico con un menu irripetibile, pronti poi per dare vita ad un nuovo inizio che guarderà al futuro”. Infatti la proposta gastronomica sarà più accessibile, per aprire il Reale a un pubblico più largo e meno consueto.
“Vogliamo che l’ospite si senta accolto in un luogo in cui il clima è sempre elegante ma al tempo stesso rassicurante, caldo e accogliente”, rileva Cristiana Romito. In menù piatti simbolo dello chef tristellato, dall’Assoluto di cipolla, parmigiano e zafferano (2009) ai Ravioli con ricotta di pecora (2000) alla Melanzana arrosto e caramello di pesca (2010-2019). In attesa del futuro, che si svelerà dal 3 agosto.
Qui Mentone. I mesi della quarantena li ha passati nell’orto. Il mitico orto del Mirazur, il ristorante dello chef argentino Mauro Colagreco che ha appena riaperto le sue porte memore di un anno al fulmicotone: l’assegnazione delle tre stelle Michelin e la scalata alla classifica dei 50 Best .
Tra verdure, fiori, erbe e piante di frutta (tra cui il più antico albero di avocado in Francia) Colagreco ha avuto modo di riflettere sulla ripartenza e inventarsi la nuova proposta gastronomica. Saranno state le sere al chiaro di luna, i riflessi sulle acque calme del Mediterraneo, quel che ne è venuto fuori è un “Menu lunare”, in continua evoluzione e guidato dal ciclo della natura.
“Sono felice di riaprire le porte di Mirazur e di dare il bentornato agli ospiti – dice Colagreco -. È stato un momento difficile, ma con il supporto dei nostri ospiti, di personale, produttori, fornitori e partner torniamo con rinnovata energia e entusiasmo. Il nostro menu lunare crea un’esperienza completamente nuova, collegando profondamente la natura alla cucina e, infine, al piatto”. Secondo le regole della biodinamica, che già guidano la coltivazione dell’orto. Questo, secondo lo chef, crea un’esperienza intensa per l’ospite, che cattura “un momento perfetto nel tempo, godendo esattamente ciò che la natura intendeva e quando lo intendeva”. Un’evoluzione continua di colori, intensità e sapori, che non metterà tuttavia al bando pesci e frutti di mare local.