Gobino, primo bilancio di sostenibilità per il re torinese del cioccolato

Oggi la qualità di un prodotto non passa più esclusivamente dalle papille gustative, ma dalle condizioni di vita di tutte le persone dell’intera filiera produttiva, dai materiali utilizzati, alla gestione delle risorse energetiche che sono intervenute per la sua produzione e il suo trasporto. 

Una sostenibilità a 360 gradi, quella evocata da Guido Gobino, il grande cioccolatiere piemontese, che ha presentato il suo primo Bilancio di Sostenibilità.  Un sigillo ufficiale a pratiche produttive già abbracciate da tempo dall’azienda artigiana di Torino famosa in larghe fette di mondo per il suo cioccolato di alta qualità.

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“Abbiamo identificato la sostenibilità come uno dei parametri fondamentali che concorrono a costruire la qualità dei nostri prodotti – afferma Gobino – la sostenibilità è l’unica strada percorribile per concepire lo sviluppo futuro. Noi, già da tempo, ci impegniamo per garantire un’attenta e corretta gestione ambientale, sociale ed economica nell’intera filiera di produzione del nostro cioccolato”.

Da sempre l’azienda ha il controllo completo della filiera di produzione a partire dalla materia prima. Dalla selezione tra diversi campioni provenienti da tutto il mondo alla tostatura del cacao e alla raffinazione.

“Inoltre – informa l’azienda – ci affidiamo ad un unico mediatore di cacao, garante di un modello di governance etico e volto alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, attraverso il riconoscimento di un prezzo equo, la garanzia dell’acquisto del raccolto, il sostegno alle produzioni che seguono un disciplinare agronomico con condizioni di lavoro dignitose e l’assenza di lavoro minorile”.

guido-gobino-nei-noccioletiAttenti al macrocosmo ma anche al territorio, con il ricorso alla Nocciola Tonda Gentile delle Langhe, prodotta esclusivamente sulle colline di Langhe, Roero e Monferrato, l’utilizzo di latte proveniente degli allevamenti della filiera alpina piemontese, zucchero da barbabietola italiano e mandorle pistacchi ed agrumi canditi dalla Sicilia.

Il mezzo più diretto per tutelare l’ambiente è un packaging consapevole e anche qui Gobino negli anni ha potuto garantire che tutte le confezioni di plastica fossero riciclabili al 100%. “Complessivamente – annuncia – nel 2020 si è registrata una riduzione della plastica di 870 kg (36% in meno) rispetto al 2019. Il 100% della carta e cartone vergini impiegati sono certificati FSC, provengono quindi da foreste gestite responsabilmente. L’alluminio è un materiale prezioso, impiegato da sempre per l’avviluppamento del cioccolato ed è 100% riciclabile”.

I rifiuti legati alla produzione del cioccolato sono piuttosto limitati, lo scarto più importante della produzione è rappresentato dalle bucce delle fave di cacao e dalle cuticole delle nocciole. Attualmente vengono donate ad una azienda agricola che le impiega in agricoltura.

5 grammi di felicità

È il titolo del libro uscito pochi mesi fa (scritto da Giuseppe Culicchia ed edito da Slow Food Editore) che racconta la storia del celebre Tourinot®, il Giandujotto di Torino creato da Guido Gobino e che ha appena festeggiato i suoi primi  25 anni.

“Dopo una serie di riflessioni, nel 1995 decisi di rendere il Giandujotto più elegante, goloso e fruibile – spiega Gobino -. Da 25 anni lavoriamo per perfezionarlo e declinare la sua unicità in altre versioni di piacere: 4 ricette diverse di Tourinot®, una crema spalmabile e uno stik. Tutti i Tourinot® sono prodotti con il metodo dell’estrusione, che permette di mantenere la ricetta più fedele a quella originale e di rendere ogni cioccolatino unico. E fin dalla sua nascita il suo aspetto estetico è stato modificato grazie all’intervento di personalità artistiche che ne hanno rivisitato colori e packaging, rendendolo a tutti gli effetti un oggetto di design.”

Il Tourinot® oggi è declinato in 4 ricette: la prima del 1995 comprende il latte di alpeggio in polvere, la seconda del 1999 è quella del Tourinot Maximo® senza latte perché segue la ricetta originale, infatti nel 1850 il latte in polvere non esisteva. Nel 2004 nasce il Maximo +39®, il Tourinot che contiene il 40% di nocciole Igp Piemonte, un quantitativo di nocciole così rilevante da richiedere di essere temperato a mano. Nel 2017 è la volta del Tourinot N.10®, per celebrare i 10 anni della Bottega di Via Lagrange a Torino.