I luoghi segreti. Il rapporto di ruvida intimità con il taboj (il cane). Le lunghe ricerche all’alba tra le nebbie dei boschi. La felicità di una caccia andata a buon fine. Tutto questo da oggi è patrimonio dell’umanità.
I trifulau festeggiano. Il loro mestiere ha ottenuto il riconoscimento Unesco. Dopo la vite ad alberello di Pantelleria anche la pratica di cerca del tartufo è tutelata. La ‘Cerca e della cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ è ufficialmente iscritta nella lista UNESCO del Patrimonio culturale immateriale. La decisione è stata comunicata oggi a seguito del pronunciamento del Comitato intergovernativo UNESCO. Il modo in cui in Italia si raccolgono i tartufi costituisce a tutti gli effetti un patrimonio culturale immateriale di conoscenze e pratiche tramandate oralmente per secoli che caratterizzano la vita rurale dei tartufai nei territori tartufigeni italiani.
Il lungo percorso che ha accompagnato la candidatura – otto anni – ha consentito di acquisire consapevolezza e portare avanti un lavoro di catalogazione, finora mai realizzato, per documentare una lunga tradizione praticata e tramandata in gran parte del Paese.
“È un obiettivo che ci eravamo posti e dopo un lungo lavoro siamo riusciti a raggiungerlo – ha detto Fabio Cerretano a nome delle associazioni dei tartufai italiani – la Cerca e cavatura del Tartufo è un grande patrimonio culturale immateriale tramandato di generazione in generazione fatto di storia, di cultura e di tradizioni che abbraccia tutta l’Italia, da nord a sud, e ora ottiene questo prestigioso riconoscimento. Un sogno che finalmente si avvera”.
“Grazie a tutti coloro che hanno lavorato in questi anni per presentare questa candidatura, che è nazionale, con Alba che ha avuto un ruolo importante nel supportare la presentazione del dossier – ha detto Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera del Tartufo Bianco d’Alba -. La fiera è l’evento più rilevante a livello nazionale e internazionale nella valorizzazione del tartufo e in questo senso anche l’Ente Fiera ha avuto un ruolo importante: la nostra manifestazione, infatti, non si limita a vendere il tartufo, quanto piuttosto si occupa di proporre esperienze intorno a questo mondo, creando fascino e mistero e offrendo momenti unici da vivere”.