50Best: sei italiani in classifica (5 tra i primi 20). Sul podio il danese Geranium

E sono sei. Gli italiani presenti nel Pantheon dei 50 migliori ristoranti al mondo: cinque tra i primi venti. Un risultato storico. Nel rispetto di tutte le previsioni sul podio il Geranium di Copenhagen. Rasmus Kofoed sale l’ultimo gradino che lo separava dal vertice e – forse – chiude la lunga parentesi nordica alla guida della cucina contemporanea di tendenza. What next? Con un secondo solidissimo posto del Central di Lima è facile immaginare una prossima wave sudamericana. Cucine in grande fermento e con la corretta attenzione all’ambiente circostante. Non a caso all’Old Billingsgate di Londra dove è andata in scena la cerimonia di premiazione – essendo saltata, causa guerra, la trasferta a Mosca – Leo Espinosa, battagliera cuoca a Bogotà, è stata nominata World’s Best Female Chef 2022. Per la sua grande cucina, certo, ma anche per l’ostinato lavoro di sostegno alle comunità agricole sparse tra monti e foreste colombiane.

Tornando a noi, Mauro Uliassi col botto, premiato come Highest New Entry per il salto al 12° posto (l’anno scorso era 52°) e ulteriore balzo di Lido 84 dei fratelli Riccardo e Giancarlo Camanini, dopo l’exploit dell’anno scorso con il balzo dal 78° al 15° posto. Oggi sono in ottava posizione. A seguire Le Calandre dei fratelli Alajmo (10° da 26°). Quindicesimo il Reale di Niko Romito ( 29° nel 2021), mentre Enrico Crippa con Piazza Duomo scende di uno scalino al 19° posto. Ventinovesima posizione per Norbert Niederkofler del St. Hubertus che lo scorso anno era 54°. Un’ottima performance che lascia ben sperare. La strada può essere lunga e magari anche tortuosa ma è ora che grande cucina italiana riceva il riconoscimento che le spetta.

Ben 12 le new entry nella classifica e due rientri. Causa guerra spariscono dalla classifica i ristoranti russi. L’anno scorso erano due, White Rabbit al 25° posto e Twins Garden al 30°. Ed erano lì meritatamente, a mio parere.

Non tutti sono riusciti a festeggiare a Londra. Tra questi Himanshu Saini, chef di Trèsind Studio a Dubai. Il ristorante ha fatto una entrata record tra i “secondi 50” piazzandosi direttamente al 57° posto. Ma Himanshu non ha potuto raggiungere Londra perché il visto non è giunto in tempo. Dove non arrivano il Covid e il caos dei voli vince la burocrazia…

Ps: questa volta la parola Oscar, spesso utilizzata per definire la cerimonia di presentazione della classifica, non era fuori luogo. A condurre la serata Stanley Tucci. E scusate se è poco…