Una fonduta a regola d’arte e un cannoncino riempito al momento. Se fosse un quiz, da questi due soli indizi di sicuro gli appassionati di cibo troverebbero al volo la risposta. Dove siamo? Diciamo che il cannoncino impone, da solo, la soluzione – siamo nelle braccia accoglienti della famiglia Cerea – e la fondue golosissima restringe il campo sulla località. Montagna, dunque Da Vittorio St. Moritz. Il ristorante che i Cerea hanno aperto dieci anni fa all’interno del Carlton Hotel, la prima insegna al di fuori dell’Italia, che verrà poi seguita dai due presidi sul mercato strategico asiatico, a Shanghai prima e Saigon successivamente.
Da Vittorio St. Moritz festeggia i dieci anni sotto la guida di Paolo Rota, motore della cucina firmata Cerea con Chicco e Bobo di cui è , en passant, anche cognato. Rota è in Engadina dal 2019 e l’anno successivo il ristorante ha ottenuto la seconda stella (la prima era arrivata nel 2014). Una ulteriore conferma (ma ce n’è bisogno?) dopo che GaultMillau aveva assegnato 18 punti su 20.
Il ristorante è punto di attrazione per clienti storici e appassionati sciatori, con un menù generoso e accogliente. Pochi intellettualismi e molta sostanza, come nelle regole della casa. Anche se chi frequenta Brusaporto sa bene che la creatività spinta non è meno nelle corde dei fratelli: semplicemente non c’è bisogno di dimostrare nulla.
Rota era entrato a far parte della famiglia Da Vittorio nel 1990, appena 24enne. Il patron Vittorio Cerea decide subito di dargli fiducia, e lo manda all’estero a formarsi in brigate internazionali: è a Lasarte, nei Paesi Baschi, dal pluristellato Martin Berasateguì e in Inghilterra da Michel Roux, padre nobile della cucina mondiale. Al suo ritorno in Italia diventa executive chef di Da Vittorio, in ruolo paritario con Chicco e Bobo.
Da Vittorio St. Moritz è in perfetta soluzione di continuità con lo stile e la filosofia che ha reso la famiglia un caposaldo della gastronomia italiana e internazionale. Per festeggiare il decennale una cena di gala ha riunito amici e ospiti assidui: Rota e Luca Mancini, lo chef che ha inaugurato Da Vittorio St. Moritz nel 2012, hanno proposto piatti-omaggio al dna della casa, ovvero cucina di pesce maneggiata con piglio contemporaneo. Molto intriganti l’aragosta con mela verde e cavolo rapa e la coda di scampo con crema di cannellini e sugo di carne allo zenzero. Iconico lo gnocco con fonduta al tartufo nero, un must del menù di Da Vittorio St. Moritz.
Il tutto abbinato ai vini di cantine Ferrari, di proprietà della famiglia Lunelli, legata ai Cerea da un affetto che va oltre le consonanze professionali.
“Siamo felici di poter festeggiare con così tanti amici una ricorrenza così speciale come quella dei dieci anni di Da Vittorio St. Moritz – hanno detto i Cerea – e abbiamo deciso di viverla nel nostro stile, ovvero conviviale e fraterno”. Il miglior modo di festeggiare…