Ducasse apre nel cuore di Roma, dentro al Romeo firmato Zaha Hadid

Aveva detto: “Mai in Italia, perché c’è troppa competizione”. Ma per un amante delle sfide come lui era troppo intrigante la proposta di Alfredo Romeo, patron del gruppo alberghiero omonimo, che gli ha offerto di condividere il progetto della Romeo Collection, una piccola catena di hotel ad alto tasso di design, definiti dalla passione per l’arte contemporanea e la ricerca della bellezza, intesa come “estetica di vita”.

Così Alain Ducasse, collezionista di stelle Michelin (sono 14 attualmente) ha deciso di aprire a Roma il suo primo ristorante urbano in Italia. Il grande cuoco francese porterà qui la sua alta cucina, dopo la breve incursione gastronomica nel cuore della Maremma di qualche anno fa in cui si era divertito a proporre piatti tipici toscani.

Il Ristorante Alain Ducasse sarà all’interno dell’hotel Romeo di prossima apertura – si parla di inizio ottobre – nella centralissima via Di Ripetta, all’interno di Palazzo Capponi. Anche in questo caso – come a Napoli e per il progetto a Massa Lubrense – il gruppo napoletano si è affidato ad una grande firma dell’architettura: il restauro del Palazzo è stato affidato allo studio Zaha Hadid Architects.

La nuova iniziativa è stata presentata a Napoli da Ducasse e Romeo e non poteva che culminare in una grande cena, dove si sono alternati i piatti di Stéphane Petit, scelto dallo chef francese per le cucine romane, e Salvatore Bianco, resident al Il Comandante, che domina il golfo dal nono piano del Romeo. Ducasse ha rivendicato la sua idea di cucina, “ridefinita ogni volta per essere in armonia con l’architettura” che la ospita. 

E così come per gli hotel della Romeo Collection, anche per quelli dove opera Alain Ducasse, dall’Hôtel de Paris di Monaco a Le Meurice di Parigi, fino alle avveniristiche soluzioni del Morpheus di Macao, realizzato proprio da Zara Hadid, o del Museum of Islamic Arts di Doha, su progetto di I.M. Pei, l’approccio olistico allo spazio si riverbera nel piatto.

A Roma Petit proporrà una cucina francese in dialogo con i prodotti italiani. Che non si tratti di una mera captatio benevolentiae è confermato dall’intenso “tirocinio” cui si è sottoposto il giovanissimo cuoco lionese, in arrivo da un periodo a Kyoto. Negli ultimi tre mesi Petit a Napoli ha studiato ingredienti e tradizioni, trovando sinergie e intesa con Bianco, che sarà anche il responsabile del secondo ristorante presso il Romeo Roma, Il Napoletano, ovviamente dedicato alla gastronomia partenopea.

 

Prima ancora di terminare gli studi, il giovane allievo di Ducasse ha iniziato a seguire stage in diversi ristoranti stellati per poi scalare a tutta velocità le gerarchie delle brigate di cucina. Stéphane ha viaggiato molto, da Parigi a Monaco, da Dubai a Saint-Tropez, passando per Londra e Kyoto. Ma l’incontro più importante della sua vita è stato a inizio carriera con Alain Ducasse, nel maggio 2016, presso Le Louis XV, l’incubatore di talenti di Ducasse a Monaco. In seguito non ha mai smesso di lavorare per la Maison Ducasse, aderendo completamente alla visione culinaria dello chef.

A Il Ristorante Petit renderà omaggio agli ingredienti del territorio laziale e nei suoi piatti un ruolo centrale sarà ricoperto dalle verdure, in linea con la visione ispirata alla natura dell’haute cuisine contemporanea di Ducasse.

Il menù studiato nella cena a quattro mani con Bianco ha esaltato le abilità di entrambi: dal Gambero marinato, con gel di limone, un’essenza di Mediterraneo, all’Asparago bianco di Bassano con molluschi ed erbe di mare. Si torna idealmente in Francia con il foie gras – che però è d’oca di Lombardia – e la Pasta fresca con erbe impresse, spugnole e agretti. Una intensissima Triglia e mayo di mare e la Spigola pescata alla lenza, resa primaverile da fave e piselli.