La strada è lunga. Tra gli chef tristellati in giro per il mondo solo il 4% è femmina. Ci sono ragioni storiche e sociali per questa situazione. Ma lentamente – molto lentamente – le cose stanno cambiando.
È quindi ottima notizia l’assegnazione della terza stella ad Ana Roš. Meritatissima, ovviamente. Corona un percorso niente affatto scontato che ha portato la cuoca slovena autodidatta ai vertici dell’alta cucina mondiale (figura anche nella classifica del 50 Best al 32° posto).
La corsa alle stelle è stata veloce perché la Rossa è approdata in Slovenia solo tre anni fa.
Non so se la Michelin abbia inteso premiare anche questo ma secondo me, al netto delle grandi capacità tecniche, la sensibilità gustativa e la capacità di rinnovarsi, il merito maggiore di Ana sta nella sua sincera vocazione alla sostenibilità e ad un rapporto corretto e profondo con i propri fornitori.
Il ristorante di Ana Roš, Hiša Franko, è a due passi dall’Italia, in quella che era la nostra Caporetto, ed è fortemente integrato al territorio.
Il lavoro che la cuoca ha compiuto con i produttori della zona è stato in alcuni casi addirittura titanico (durante il Covid, a ristorante chiuso, si è inventata una partnership con un colosso della grande distribuzione creando piatti e prodotti per non far venir meno la continuità delle forniture) così come l’attenzione autentica all’ambiente che la circonda.
La terza stella arriva in un momento di grande pienezza professionale e personale – che si riverbera nella compiutezza dei piatti – e sarà di sicuro spunto per nuove avventure.
“Questo è il sogno di tutti i membri della famiglia Hiša Franko, che si è appena avverato – ha detto Ana all’annuncio dell’assegnazione del terzo macaron -. Una squadra giovane che lavora duramente giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ma alla fine per noi la cosa più importante è che gli ospiti di Hiša Franko siano soddisfatti. Ci troviamo in un villaggio conosciuto da pochi e siamo grati a ogni anima che viene a godersi le nostre meravigliose creazioni, specialmente d’inverno, quando tutti i camini sono accesi e il ristorante è davvero magico. Possiamo fare di meglio? Sempre. E lo dimostriamo ogni anno. La nostra storia nell’estremo ovest della Slovenia è un po’ rock@roll, un po’ funky, ma è una storia molto elegante ed è la nostra storia”