Secondo molti è ormai “la” manifestazione mondiale dell’alta cucina. Per me è soprattutto la festa della condivisione e dell’amicizia. Sopra e ai bordi dei tavoli. Sia quel che sia, dopo 24 anni di onorata carriera Ein Prosit si merita di entrare nel Guinness del mangiar/bere per creatività, leggerezza (anche se Claudio Tognoni ti direbbe “ma quanto lavoro dietro”), capacità di concentrare il meglio della cucina contemporanea ai quattro angoli del globo.
È anche difficile definirla in realtà. Non è un congresso, anche se tra una cena e una degustazione si trova il tempo di riflettere su tendenze e criticità di un mondo che a volte si prende troppo sul serio ma indubbiamente muove fatturati, scopre talenti e apre mercati. Non è una gara, non ha pretese didattiche (anche se non mancano interessanti masterclass), non segna una classifica (anche se dal 19 al 22 ottobre ad Udine ci sono tutti i nomi che contano nelle classifiche che contano).
Insomma, è soprattutto, come si autodefinisce, “una festa a cielo aperto della gastronomia contemporanea”, “una navicella di stupore e meraviglie che ogni anno atterra a Udine”.
Oltre 100 cuochi in arrivo da 20 Paesi, un calendario di 160 attività, tra cene, degustazioni, masterclass, laboratori ed eventi speciali. Per alcuni giorni Udine – e il Friuli intero che verrà scoperto da una moltitudine di giornalisti ed esperti stranieri – saranno al centro dell’interesse che muove il fine dining internazionale.
Intriganti le cene, molto spesso già sold out, che mettono in dialogo affinità o confronti tra diverse tradizioni culinarie. Il risotto di Cracco con la paella di Quique DaCosta (una mia ipotesi, sul sito di Ein Prosit la cena ha solo un titolo allusivo: 50 sfumature di riso). E poi Zaiyu Hasegawa, Niko Romito, Enrico Crippa, Mauro Uliassi, Norbert Niederkofler, Massimiliano Alajmo, Diego Rossi, Riccardo Camanini, Himanshu Saini, Antonia Klugman, Ana Roš, Manu Buffara, Bruno Verjus, Pablo Rivero, Pia Leon, Moreno Cedroni, Christophe Pelè, Alvaro Clavijo, Matias Perdomo, solo per citarne alcuni. Interessante anche la sezione Mixology con un parterre dei e delle migliori bartender su piazza, da Gianluca Basso a Martina Bonci e Aurelie Panhelleux, con la supervisione di Domenico Carella.
Ein Prosit è organizzato dal Consorzio di Promozione Turistica del Tarvisiano in collaborazione con Paolo Vizzari e Manuela Fissore, i due migliori catalizzatori dell’alta cucina internazionale.
Per il quarto anno l’evento coinvolgerà anche le realtà circostanti a Udine, alla scoperta del mondo enogastronomico regionale.
Claudio Tognoni, deus ex machina della manifestazione, ama sottolineare il carattere “democratico” dell’evento, aperto al pubblico e decisamente “pop”. Le cene si prenotano online e solo pochi posti sono riservati a stampa e operatori del settore. Una “vetrina” per il Friuli apprezzata anche dal governatore Massimiliano Fedriga, secondo il quale “il cibo e il bere sono cultura in senso pieno e raccontano questa terra con un linguaggio diretto e profondo di cui sempre più persone al mondo si stanno accorgendo”.