Qualità costante, massima personalizzazione, estetica seducente. Dopo quasi 90 anni – 89 per la precisione – torna Illetta, la mitica macchina da caffè ideata da illy. La nuova versione della macchina professionale da caffè ad alta pressione della storica azienda triestina sta per approdare nei bar promettendo un’evoluzione del consumo al bancone. Tecnologia e design.
Della prima si sono fatti carico i tecnici della casa madre a Trieste, a garanzia della forma è sceso invece in campo l’architetto Antonio Citterio, a sancire un’ulteriore tappa dell’ormai pluriennale sodalizio con illy.
La nuova Illetta richiama volutamente l’antenata del 1935 e ne mantiene l’iconica forma a ponte verticale: inconfondibile colore rosso illy e scocca con fianchi in alluminio. L’anima tecnologia è nascosta, ma è ad essa che si devono le due principali novità: costanza del livello di qualità e possibilità di selezionare preparazioni speciali.
L’azienda era alla ricerca di una trasformazione radicale e innovativa dell’offerta al bar e ha deciso di rispondere alle due principali esigenze del consumatore. Che sono, spiega l’amministratore delegato dell’azienda Cristina Scocchia, “una qualità altissima e costante ed un elevato livello di personalizzazione”.
Illetta 2.0 risponde a entrambi questi bisogni. La tecnologia brevettata instant-heating, la rende in ogni momento pronta a erogare caffè, vapore e acqua calda a diverse temperature (la macchina a differenza di quelle tradizionali non contiene una caldaia, ha spiegato Citterio), annullando i tempi di attesa legati al riscaldamento e assicurando un risparmio energetico fino al 50% rispetto alle normali macchine da caffè presenti sul mercato.
La personalizzazione è invece garantita dalla estrema flessibilità di servizio: la macchina, oltre al classico espresso, eroga preparazioni moka e filtro. “E pensando all’estate stiamo lavorando per poter offrire al momento anche caffè freddo” annuncia Scocchia.
Illetta ha un display touch ad alta risoluzione dove è possibile impostare il menù con varie tipologie di preparazioni, ciascuna con profili di estrazione dedicati. Caffè su misura anche al bancone, quindi. Qualcosa che piace molto ai giovani consumatori che – conferma l’ad – continuano ad amare molto il caffè, naturalmente anche nelle proposte meno convenzionali, “come il caffè alla menta lanciato l’estate scorsa”: era stato pensato soprattutto per i mercati anglosassoni ma è stato molto apprezzato anche in Italia.
Nel futuro di illy ci saranno sempre più proposte innovative. “Non snatureremo mai il nostro DNA – sottolinea Scocchia – con i nostri 90 anni di storia alle spalle saremo sempre gli alfieri dell’espresso, ma continueremo ad innovare”. In Cina è stato lanciato l’instant coffee, nei mercati anglosassoni il cold brew in lattina, anche per il cappuccino.
Del resto per l’azienda il mercato è sempre più globale. L’Italia vale un terzo dei circa 600 milioni di fatturato ma gli Usa sono in continua crescita. Le sfide sono molteplici, dalle crisi geopolitiche (allungare il percorso della materia prima per evitare il canale di Suez oltre all’aggravio enorme di costi pone il problema della conservazione) al grande tema del cambiamento climatico. Si prevede che nel 2050 metà delle terre oggi utilizzate per la produzione di caffè non saranno più adatte, soprattutto per le varietà più pregiate come l’arabica. Un problema enorme cui si può cercare di rispondere con tecniche agricole più efficaci. “illy da anni sostiene l’agricoltura circolare/rigenerativa – spiega Scocchia – sono tecniche che riducono l’uso di fertilizzanti, pesticidi e l’irrigazione, aumentando la resa per metro quadro”. Una strada apparentemente obbligata, si direbbe, visto che da almeno tre anni la domanda già supera l’offerta di materia prima.