Sul luogo più magico del Garda la famiglia Rana gioca il tris

C’è uno scorcio del Garda al cui fascino anche i peggiori detrattori della vacanza lacustre non riescono a sfuggire. Si chiama Punta San Viglilio, lato veneto, non troppo lontano da Peschiera. Un minuscolo molo si allunga a proteggere la facciata di uno storico palazzo che con le proprie antiche vestigia aristocratiche riverbera un incantato carisma sull’acqua cristallina del lago. All’ancora occhieggiano piccoli scafi dal glorioso passato. Un luogo di sommessa, ammaliante magia.

Non stupisce dunque che la famiglia Rana – quella che ha fatto dei tortellini un’industria di primo piano del Paese – sia stata soggiogata da tanta bellezza e abbia deciso di creare qui un progetto di accoglienza che si dipana in tre forme. Un beach club, una “terrazza” affacciata sul lago e un ristorante di fine dining.

Il Beach club si stende sulla baia adiacente a San Vigilio, con lettini e cabane e un punto di ristoro in cui non ci si accontenta di offrire banali panini o insalate. La Terrazza panoramica con la piscina a sfioro – per chi teme i gorghi lacustri – ha il suo momento d’elezione al calar del sole: si attende il tramonto adagiati sui raffinati divani e pouf che portano la firma di Antonio Marras, tra le mani un calice e nel piatto tapas creative (il primato del gusto va alla trota “affumicata al legno di faggio con burro all’aneto e pane di segale”).

 

Il grande stilista sardo ha ideato per la famiglia Rana, con cui condivide da anni progetti e amicizia, anche gli splendidi tavolini di ceramica, realizzati a mano in Puglia. Poltrone e divani hanno tessuti, intrecci e maglieria nelle tonalità feticcio del creativo – bordeaux, crema, blu – e richiamano le reti dei pescatori. 

L’intera proposta gastronomica è del talentuoso Francesco Sodano, già chef del Ristorante Famiglia Rana a Vallese di Oppeano, vicino a Verona. 

Se a Vallese il giovane cuoco campano libera al massimo la propria creatività e capacità di sperimentare in una cucina di avanguardia e ricerca, nel ristorante sul Garda offre agli ospiti un menù interprete della tradizione Mediterranea.

Qui sul lago l’imperativo è esaltare la materia prima locale, utilizzando le erbe del ricco orto botanico, racchiuso da mura cinquecentesche con mattoni a vista, e accogliendo l’ospite con piatti facilmente decifrabili, dove l’ingrediente è protagonista. Anche se non manca il guizzo delle contaminazioni, come nel Polpo alla griglia con emulsione alla gallega e clorofilla di prezzemolo o il Crudo di branzino, jalapeño, emulsione di lime e pepe rosa, kumquat in conserva.

Il ristorante si divide in due sale interne, ricavate in un edificio anticamente riservato alla servitù, e un patio di cristallo adagiato sul prato antistante.

Il locale è ricco di riferimenti artistici e omaggia l’artigianato locale. Le sale ospitano una collezione d’arte che attraversa molteplici linguaggi: scultura antica greca e romana, letteratura, fotografia contemporanea, artigianato, fiber art e wood art.

Ecco il volto dell’imperatore Adriano, scolpito in una testa marmorea del secondo secolo dopo Cristo; poco distante, lo sguardo sorridente di Marguerite Yourcenar, ritratta in bianco e nero da Paola Agosti, e appena più lontano la prima edizione italiana de Le memorie di Adriano, il libro con cui la scrittrice francese ha celebrato la contemporaneità del pensiero del grande romano. Personalmente, il libro della vita.