Damilano celebra il Barolo: Cannubi, what else?

Anche prima che i francesi esportassero nel mondo la loro filosofia dei cru la gente di Langa lo sapeva. C’erano appezzamenti felici. Colline speciali, che davano uve migliori e da dove nasceva il Barolo dei re. 

Una più delle altre è ancor oggi Cannubi. Agognata dai produttori e giunta a strappare prezzi stellari (sempre che qualcosa sia in vendita). È il 1890 quando la famiglia Damilano avvia la propria attività nel comune di Barolo. Giuseppe Borgogno, bisnonno degli attuali proprietari, inizia a coltivare e vinificare le uve di proprietà. Dal 1997 l’azienda è in mano ai tre nipoti Guido, Mario e Paolo Damilano e l’obiettivo è stato da subito quello di concentrarsi sulle menzioni geografiche più vocate, con particolare attenzione alla collina di Cannubi. Oggi l’azienda ha due cru provenienti da Cannubi: il Barolo Docg Cannubi e Barolo Docg Riserva Cannubi “1752”.

Proprio di questo è stata presentata recentemente a Milano l’annata 2017. Il Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” è il fiore all’occhiello della cantina. L’etichetta “1752” celebra l’anno a cui risale la più antica bottiglia delle Langhe, conservata a Bra, già recante il nome Cannubi. Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” nasce con la vendemmia 2008 quando l’azienda decide di valorizzare ulteriormente il nucleo storico della sua menzione geografica a Cannubi. La parte storica della collina di Cannubi si estende per 15 ettari: due di questi sono di proprietà della famiglia Damilano dal 1935, ai quali si sono aggiunti altri 8 ettari in affitto nel 2008. Questi vigneti, situati nella parte più alta e centrale della collina, ospitano viti di Nebbiolo che raggiungono il mezzo secolo di vita.

La cantina ha scelto di attendere sette anni prima di aprire la prima bottiglia, andando oltre i cinque anni richiesti dal disciplinare, a testimonianza di una scelta tutta vocata alla qualità.

Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” è stato celebrato con una verticale di 5 annate: 2008, 2010, 2015, 2016 e 2017.

Damilano lavora su 58 ettari vitati collocati nel cuore della zona di elezione dei grandi vini piemontesi tra Barolo, Grinzane Cavour, La Morra, Sinio e Casorzo, Diano d’Alba, Serravalle Langhe e Tortona. La produzione totale complessiva è di 390.000 bottiglie, di cui 132.500 Barolo.