L’India sale sul tetto del mondo della gastronomia. E a portarla lassù è un cuoco fuori dagli schemi. Himanshu Saini non è uno star chef. Non è coperto di tatuaggi. Non ha milioni di follower e non ruba la scena ai suoi piatti. È schivo, riservato, sommesso. Ma talmente capace di “leggere” la cultura gastronomica del suo immenso Paese che la Guida Michelin ha deciso di farne il primo cuoco indiano nel mondo ad agguantare le tre stelle.
Gliele ha assegnate stasera a Dubai in una lunga cerimonia che ha celebrato l’emirato come polo del fine dining mediorientale. Il riconoscimento al ristorante di Saini, il Trèsind Studio che occupa un angolo del Rooftop del St Regis Gardens, The Palm Jumeirah, è il risultato di un lungo percorso.
Nell’ultimo decennio Saini ha rivoluzionato il concetto di cucina indiana moderna: geniale traghettatore dell’intensa pluralità gustativa del sub-continente, si è dato lo scopo di garantire “un posto a tavola” nell’empireo del fine dining alla cucina indiana. Ricchissima di sapori, colori e complessità ma compressa ancora nella camicia stretta della tavola etnica. I piatti di Himanshu – fantasmagorici nelle forme, solidissimi nei sapori – le hanno dato dignità di haute cuisine, intensificandone la seduzione.
L’iconico menu “Rising India” è un viaggio nella ricca identità alimentare indiana. Un variopinto itinerario nella diversità degli ingredienti, delle spezie, dei sapori e delle tecniche di cottura che caratterizzano ciascuna regione del sub-continente, dal deserto del Thar all’altopiano del Deccan, dalle pianure costiere fino alle montagne dell’Himalaya.
Le moderne tecniche vengono messe al servizio di secolari tradizioni culinarie: un ventaglio di iperboli che riescono tuttavia a rimanere fedeli e profondamente identitarie.
“Sono molto grato alla Guida Michelin per questo enorme onore – ha detto commosso lo chef – è un momento incredibile sia per me che per il mio team, con cui condivido questo risultato, e spero anche per l’India, che ovviamente è stata una parte inestricabile della nostra esperienza”.
Merito a Mr Nath, patron dell’impero dell’ospitalità Passion F&B, di cui Trèsind Studio è l’insegna di punta, che ha creduto in Himanshu dal primo giorno. E a chi ha compreso in tempi non sospetti le sue potenzialità e lo ha fatto conoscere ai gourmet di tutto il mondo.