Roger Cohen, editorialista del New York Times, ha intitolato la sua rubrica di oggi “This column is gluten free”, giocando sulla crescita esponenziale di persone che, in giro per il mondo, si scoprono impovvisamente intolleranti al glutine. Una sorta di epidemia, la definisce.
In effetti qualche dubbio sorge. Di certo esami medici più accurati consentono oggi di evidenziare allergie al glutine in maniera più precisa, ma ciascuno di noi ha amici o conoscenti che optano per una dieta gluten-free per una minima intolleranza o, peggio, pensando semplicemente che sia una dieta più salutare. Non bisogna avere paura di dire che esiste anche un fenomeno-moda.
Cohen cita due episodi indicativi: due importanti catering avvenuti in Gran Bretagna, uno festeggiava un pluriottantenne, l’altro era a una festa di giovani. Ebbene alle richieste di eventuali intolleranze o allergie o esigenze dietetiche speciali i pluriottuagenari hanno risposto sopresi che non ce ne erano, mangiavano di tutto, mentre gli organizzatori del secondo party si sono trovati di fronte a una miriade di richieste (compresa una ragazza che non poteva assolutamente mangiare crostacei, ma amava le aragoste..). L’altra segnalazione ci riporta in Italia, a Venezia, dove Cohen ha visto un’insegna di una trattoria in cui era specificato “noi NON serviamo cibo senza glutine”. Una sorta di contro-club gastronomicamente scorretto: in fondo, ricorda Cohen, per dieci millenni l’umanità è passata indenne attraverso tonnellate di glutine…
Per chi volesse leggere la rubrica di Cohe, eccola qui.