Ristoranti e alberghi no kids: sì o no? In questi giorni su giornali e social è un gran can-can di opinioni, invettive, analisi colte e statistiche. Mi sono chiesta: e io da che parte sto?
Naturalmente da quella dell’educazione. Perché se può infastidire il divieto d’accesso agli infanti (ma fino a che età sono molesti? 4, 5 anni o anche di più?) equiparati in qualche caso “ai migliori amici dell’uomo”, è altrettanto insopportabile l’incuria e il disinteresse di molti genitori. A chi non è capitato di avere accanto bimbi insopportabili (e vogliamo parlare degli aerei, magari tratte a lungo raggio dove non c’è speranza alcuna di sfuggire agli urlatori) con genitori totalmente incuranti del disturbo arrecato?
Quindi, da un lato, perchè no a luoghi kids-free? Oasi di pace e silenzio popolati da coppie inappuntabili e silenziose, incapaci di comunicare se non con i rispettivi smartphone costantemente online. Forse, però, più dei bambini che si alzano da tavola o fanno partire qualche strillo di troppo trovo più insopportabili gli stakanovisti di Instagram: a ogni piatto 4 o 5 scatti, cercando l’inquadratura giusta e poi consultazione compulsiva del cellulare per controllare il numero di like. Anche no.