Finalmente anche l’Italia ha una legge contro lo spreco alimentare. Ieri con il sì definitivo del Senato la norma è stata varata. Sarà più facile per gli esercizi pubblici donare cibo invenduto. «La legge è articolata, e considera anche aspetti che in questi anni hanno creato difficoltà – spiega la parlamentare Pd Maria Chiara Gadda, tra i firmatari della proposta – abbiamo chiarito che il pane può sicuramente essere donato nell’arco delle 24 ore dalla sua produzione; si è ribadita la differenza tra la data di scadenza e il “termine minimo di conservazione” (la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”), e sarà possibile donare i prodotti confiscati, purché buoni e sicuri. Vogliamo che la donazione sia strutturale, quotidiana, ogni volta che si genera eccedenza – spiega la deputata Dem – e la via maestra è quella di togliere burocrazia inutile, come ad esempio la dichiarazione preventiva 5 giorni prima della consegna. Ora basterà un documento di trasporto, o un documento equipollente, in grado di consentire la tracciabilità del prodotto o una dichiarazione riepilogativa a fine mese, solo nel caso l’importo della donazione superi i 15.000 euro».
Secondo le stime – aggiunge Gregorio Fogliani della Onlus Qui Fondation attiva dal 2007 con il progetto Pasto Buono per il recupero delle eccedenze alimentari – questa legge potrebbe dimezzare il volume degli sprechi nel giro di dieci anni: è stato calcolato che se tutti i pubblici esercizi italiani mettessero a disposizione le loro eccedenze, con una media di 20 pasti al giorno, si potrebbero addirittura distribuire 7 milioni di pasti quotidianamente.