In tutti questi anni in cui mi sono occupata a vario titolo di cibo ho avuto la ventura di frequentare decine di “food festival”. Alcuni ben fatti (altri meno) alcuni coerenti e ben organizzati (altri meno) alcuni con personaggi di alto livello (altri meno). Ma mai mi ero imbattuta in una “cosa” come il Fuoco!Festival.
In assoluto l’incontro – chiamarlo evento, manifestazione non gli rende giustizia – più autentico, vivo, innovativo e sincero cui abbia partecipato. Il fatto che a organizzarlo sia un collega (Daniele Miccione della Gazzetta dello Sport) non è per sè una garanzia, in questo caso però ha aiutato. Forse Daniele ha pensato a tutto quello che non funziona negli eventi a cui partecipa da giornalista e ha cercato di evitarlo. A mio parere c’è riuscito alla perfezione.
Organizzazione agile, atmosfera rilassata e zero tempi morti. Ma il vero punto di forza di Fuoco! sta nella sua semplicità, nell’autenticità. Innanzi tutto la scelta del luogo: siamo in un bosco sugli Iblei, una pineta incantata dove alle sei del mattino hanno iniziato ad ardere fuochi. Ti aspetti che sbuchi qualche elfo dietro agli alberi, invece sono cuochi, pasticceri, pizzaioli (qualche celebrità ma soprattutto professionisti locali di qualità). Zero fornelli o piastre a induzione, solo braci e una cucina primordiale che non strizza l’occhio al gastrofighettismo.
Materia prima eccellente, un set magico, cameratismo e qualche buona bottiglia. Secondo me il mix perfetto.