Belon, Bouzigues, Princesa, Papillon, Cocollos… Quale che sia la vostra ostrica preferita al nuovo Oyster Bar in via Archimede a Milano la trovate. Da Francia, Irlanda, Portogallo, Sardegna (le Sandalia dello stagno di Tortolì), sono ben oltre 20 le varietà di ostriche provenienti da tutto il mondo che si possono gustare al banco del piccolo locale aperto da Luca Guelfi accanto agli altri suoi ristoranti ospitati nella stessa via. Un inusuale mappamondo gastronomico raccolto in una manciata di metri. Dal Messico di CANTEEN, al Vietnam di SAIGON e la Tokyo futurista di SHIMOKITA.
L’ispirazione è chiaramente quella dei mitici chioschi di ostriche e frutti di mare di Normandia e Bretagna. La grande ghiacciaia al centro del locale ospita, accanto alle ostriche, una ghiotta varietà di frutti di mare e crostacei: boulot, cannolicchi, percebes, ricci di mare, fasolari, cozze, tartufi di mare, clams americane, capesante, gamberi rossi, scampi, aragoste, astici blu, king crab e granciporro.
Per chi desidera piatti più strutturati sono proposti ceviche e carpacci di pesce, oltre alle immancabili aragoste alla catalana.
A parte lo scontato abbinamento con bolle – francesi e italiane – una buona carta di vini, nonché Gin e Vodka Tonic a regola d’arte.
Una bella intuizione la grande lavagna luminosa in stile cinema americano che elenca il menù del giorno. I prezzi sono definiti “democratici” ma dipende sempre dalla vostra capacità di resistere alle proposte dell’Oyster man Alessandro Silvestri. Il mio consiglio è di lasciarsi guidare da Giovanni Verri (responsabile del locale oltre che direttore di Canteen): una delle persone più accoglienti, appassionate e entusiaste della scena gastronomica milanese.