Sono una fan del pas dosè. Mi affascina la sua eleganza asciutta, la sobria aristocraticità. Per questo è con grande curiosità che mi sono avvicinata al Gaudensius: univa due mie passioni, il pas dosè, appunto, e l’Etna.
Il Gaudensius Pas Dosè è pura vulcanicità interpretata dal Nerello Mascalese. Uno spumante metodo classico che aspira a dare massima valorizzazione al vitigno principe del vulcano. “Una tiratura di pochissime bottiglie – spiega l’azienda produttrice Firriato – per un vino “nature”, di classe superiore, dove primeggia su tutto la natura vulcanica del contesto produttivo e la fedeltà varietale”.
Nel corso di un incontro di presentazione a Milano Federico Lombardo di Monte Iato, coo dell’azienda, ha illustrato alcune caratteristiche tecniche, ricordando che il Nerello Mascalese è ottimale per la spumantizzazione grazie agli alti livelli di acidità malica e tartarica. Le pratiche agronomiche utilizzate sono molto diverse rispetto a quelle destinate a una produzione di vino secco, ha spiegato Lombardo, a partire dalla copertura dei grappoli, che prevede una lenta maturazione degli acini e la preservazione del corredo varietale dell’uva.
Per il Gaudensius Pas Dosè si è partiti da un singolo vigneto ubicato in contrada Verzella, con viti di 60-70 anni. L’azienda ha deciso di prelevarne le marze e replicare le piante in contrade cui caratteristiche pedologiche affini. “La vendemmia in tutte e tre le contrade si svolge durante la seconda settimana di settembre, ha detto Lombardo, “cercando di ridurre il più possibile i tempi di raccolta”.
La cantina Firriato sull’Etna è immersa nel cuore della Riserva Naturale, lungo il versante nord del vulcano. Per il Pas Dosè si prevedono 48 mesi minimi di permanenza sui lieviti. I degustatori ne evidenziano un olfatto intenso e fruttato con note di agrumi e sentori minerali. Al palato lunga persistenza sapida e minerale “con bella chiusura di ribes e mandorla”.