Perché la crisi al Cairo fa crollare i prezzi del té

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La scorsa settimana il prezzo del pekoe fanning 1, il té di media qualità prodotto in Kenya, è sceso a 2,64 dollari il chilo. Il 34% in meno rispetto all'anno scorso.

Colpa di un raccolto super, ma soprattutto della crisi egiziana. Che oltre a portare il caos nelle strade del Cairo ho provocato un effetto deprimente sull'economia del paese con un drastico calo dei consumi. E l'Egitto è il quinto paese al mondo per consumi di té. A differenza del caffé, le foglie di té non vengono vendute sul mercato future: il prezzo viene determinato ogni settimana all'asta di Mombasa e subisce gli effetti dei sommovimenti politici del continente. Gli altri grossi produttori, India e Sri Lanka, non soffrono meno del gigante africano.

  • carl |

    Ecco uno dei prodotti e consumi tipico e diffuso nei Paesi ancora alle prese con gravi ritardi e problemi di sviluppo economico.
    Si dice che il caffè stimoli di più e più rapidamente della teina il cui stimolo sarebbe invece più modulato..
    In ogni caso speriamo che, bevendo té, alle sedicenti “élites” col bastone facile vengano in mente idee migliori ed in grado di fornire lavoro alle masse.. E che le masse bastonate, o delle loro minoranze attive, non elaborino invece idee reattive..
    Certo che quotare settimanalmente il prezzo di una commodity stagionale non è forse una forma di “precarismo o precarietà”.. No?

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