Crisi? Non per Relais & Châteaux

Relais & Châteaux, la catena mondiale degli alberghi e ristoranti top class per prestigio ed eleganza non conosce crisi. Anche lo scorso anno il fatturato complessivo dei 520 associati ha segnato un segno più, raggiungendo 1.457 milioni di euro (+5%). Le case di charme italiane hanno avuto ricavi per 90 milioni di euro, + 7,7 % rispetto al 2010. In un contesto depresso e di crisi per il turismo italiano è un buon segnale. Il cliente tipo ha meno di 50 anni e soggiorna per vacanza, non viaggi di lavoro. Come dargli torto? I R&C sono sontuose dimore, spesso gestite da famiglie e il loro punto di forza è l'accoglienza, impeccabile ma calda. Non a buon mercato certo, il prezzo medio di una stanza supera i 350 euro, ma spesso il soggiorno vale ogni centesimo. Antichi palazzi o posti con viste struggenti come il San Pietro a Positano o il Pellicano all'Argentario protagonista involontario della vicenda è costata il posto al sottosegretario Malinconico. Sempre dotati di tavole d'eccellenza e con una stretta "sorveglianza" dell'associazione che manda ispettori in incognito a verificare gli standard di eccellenza. La difficoltà di Jaume Tapiès, presidente internazionale, semmai è quella di trovare "dimore" adeguate nelle grandi città (a Milano non c'è nemmeno un albergo associato). Perché chi l'ha detto che se si viaggia per lavoro ci si debba accontentare di camere senza personalità e di prime colazioni deprimenti? Ps: L’Italia ha qualche novità. Nella Guida 2012 erano entrati il Bellevue Syrene 1820 (Sorrento), La Peschiera (Monopoli) e i due grands chefs del Combal.Zero (Rivoli) e della moresca Villa Crespi (Orta San Giulio). A gennaio due nuove entrate romane: Palazzo Manfredi e Regina Hotel Baglioni.  E così gli italiani associati salgono a 45.