La “crisi” del Bordeaux si fa sentire sui conti di Christie’s: nel 2013 ricavi a -16%

Il Bordeaux rallenta la corsa e trascina con sè non solo i conti degli chateaux (compresi quelli acquisiti con transazioni milionarie dai nuovi tycoon cinesi) ma anche i bilanci delle case d'asta. Christie's – che fa capo a Francois Pinault, il fondatore del polo del lusso francese antagonista di Lvmh – ha annunciato un calo dei fatturati nel 2013 di ben 16%, scendendo da 57 a 48 milioni di sterline (equivalenti a 58 milioni di euro).

"Abbiamo venduto più vino nel 2013, ma i valori sono scesi – ha confermato David Elswood, international director of wine della casa d'aste – proprio in virtù del calo dei prezzi dei Bordeaux che hanno subito un improvviso arresto alla fine del 2012 per continuare una lenta discesa l'anno scorso". Poiché i Bordeaux continuano comunque ad essere le etichette più ambite da parte dei collezionisti, l'effetto drastico sui conti delle case d'aste è inevitabile. Nonostante il crescente interesse verso i marchi della Borgogna.

Anche la storica rivale di Christie's, Sotheby's ha dovuto registrare un calo dei ricavi (-10%).

Per il 2014 gli esperti sperano in un ribaltamento con una ripresa d'interesse, soprattutto per le annate storiche dei Bordeaux. Bisognerà vedere cosa accadrà in Cina (la piazza di Hong Kong è diventata la più importante per le aste di grandi vini): la nuova politica della sobrietà imposta ai burocrati governativi ha già falcidiato il mercato degli "omaggi", con grande disappunto delle griffe occidentali.